Scrive filosofo Seneca: "Il saggio, anche se pago di se stesso, vuole avere un amico, non fosse altro che per praticare l'amicizia e perché una virtù così importante non resti inoperosa; e la ragione non è quella addotta da Epicuro in quella stessa lettera, "per avere qualcuno che lo assita quando è malato, lo soccorra quando è stato messo in catene o si trovi nell'indigenza", ma per avere qualcuno da assistere quando è malato, qualcuno da liberare quando, circondato, sia stato catturato dai nemici. Chi bada esclusivamente al proprio interesse e per questo si impegna in un'amicizia, sbaglia di grosso, Finirà come ha cominciato. Si è procurato un amico per avere in futuro qualcuno che lo aiuterà, un giorno, a liberarsi dalle catene, ma al primo sferragliare della catena, quello se ne andrà. Queste sono amicizie che la gente chiama opportunistiche: chi è stato preso come amico soltanto per tornaconto, sarà gradito finché sarà utile. ... Chi ha cominciato a essere amico perché gli conviene, cesserà anche di esserlo perché gli conviene. A quale scopo ti procuri un amico? Per avere qualcuno cui possa donare la mia vita, qualcuno da seguire nell'esilio, qualcuno che salverei dalla morte e al quale mi dedicherei con etusiasmo. Quella, invece, che tu descrivi, è un affare, non un'amicizia, perché tende al proprio interesse" (Seneca, Lettere morali a Lucilio. I,9) .
Queste antiche parole di sapienza sono attualissime e molto valide per aiutarci a leggere il modo con cui viviamo le relazioni amicali, per svelarci se siamo amici o affaristi.
Direi però che possiamo andare anche oltre e spingerci ad applicare gli stessi termini alla nostra relazione con Dio che, se non stiamo attenti può ridursi a un presunto affare vantaggioso.
Cerco Dio per Lui o perché mi serve? Mi serve un'assicurazione sulla vita o una relazione d'amore?
C'è un segno evidentissimo che ci dice come stiamo con Dio: la preghiera. Se la preghiera è, normalmente, funzionale al benessere personale o alle proprie esigenze, cessa quando non è capace di soddisfare, per l'appunto, queste necessità. E' evidente che in queste situazioni Dio non è cercato per stare con Lui, non è Lui il centro della relazione, ma io e, siccome non mi soddisfa, lo mollo. E' un rapporto egocentrico e non Teocentrico. Quando c'è amore, lo sguardo è rivolto alla persona amata e non solamente a se stessi.
La stessa cosa avviene quando il Signore non realizza ciò che gli chiediamo. In questo caso Egli viene accusato di indifferenza o disinteresse e, ancora una volta, gli si girano le spalle.
Queste antiche parole di sapienza sono attualissime e molto valide per aiutarci a leggere il modo con cui viviamo le relazioni amicali, per svelarci se siamo amici o affaristi.
Direi però che possiamo andare anche oltre e spingerci ad applicare gli stessi termini alla nostra relazione con Dio che, se non stiamo attenti può ridursi a un presunto affare vantaggioso.
Cerco Dio per Lui o perché mi serve? Mi serve un'assicurazione sulla vita o una relazione d'amore?
C'è un segno evidentissimo che ci dice come stiamo con Dio: la preghiera. Se la preghiera è, normalmente, funzionale al benessere personale o alle proprie esigenze, cessa quando non è capace di soddisfare, per l'appunto, queste necessità. E' evidente che in queste situazioni Dio non è cercato per stare con Lui, non è Lui il centro della relazione, ma io e, siccome non mi soddisfa, lo mollo. E' un rapporto egocentrico e non Teocentrico. Quando c'è amore, lo sguardo è rivolto alla persona amata e non solamente a se stessi.
La stessa cosa avviene quando il Signore non realizza ciò che gli chiediamo. In questo caso Egli viene accusato di indifferenza o disinteresse e, ancora una volta, gli si girano le spalle.
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