In questa fase possiamo individuare i seguenti elementi:
1. preparazione dell’altare
2. presentazione del pane e del vino
3. raccolta delle offerte in denaro
4. l’invito alla preghiera
5. l’orazione sulle offerte
Nel passato questa parte della Messa veniva chiamata “offertorio”. La nuova denominazione “preparazione dei doni” è più appropriata, perché toglie la possibilità di confonderla con l’offerta vera e propria che si ha nella consacrazione.
- La preparazione dell’altare: terminata la liturgia della parola, il celebrante si porta dall’ambone all’altare, che diventa il centro della liturgia eucaristica. I ministri o il sacerdote stesso preparano sull’altare, il corporale, il purificatoio, il calice con la pisside o patena e il messale.
- La presentazione del pane e del vino: essi sono gli elementi materiali del sacrificio. Il pane e il vino, soprattutto per il mondo biblico, avevano un forte significato simbolico, perché costituivano la base del nutrimento e quindi, un mezzo essenziale per il mantenimento della vita. In Lam 2,12 troviamo che i bambini che stanno morendo di fame chiedono alle loro madri: “Dove sono il grano e il vino?”.
Il grano e il vino però non sono solamente frutti della fatica umana, ma dono della provvidenza divina, per cui attraverso questi due elementi si rende grazie a Dio anche per la sua attenzione per l’uomo: “Accogli Signore i nostri doni, in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua grandezza. Noi ti offriamo le cose che tu stesso ci hai date, e tu in cambio donaci te stesso”. Anche attraverso questi segni, il cristiano viene aiutato a comprendere che tutti viviamo dell’amore gratuito di Dio e per questo tutta la vita deve essere benedizione e ringraziamento.
E’ molto chiara in tal senso la preghiera sul pane e sul vino: Benedetto sei tu Signore Dio dell’universo, dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane e questo vino frutti della terra e del lavoro dell’uomo; li presentiamo a te perché divento per noi cibo e bevanda di salvezza”.
Il vino viene a un certo punto mescolato con alcune gocce d’acqua, dicendo le parole: “L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la natura divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana”. Quindi quell’acqua nel vino viene ad assumere un doppio significato: simboleggia l’unione della nostra natura umana (acqua) con la natura divina di Cristo (vino); ma simboleggia anche l’unione della natura divina nella persona di Cristo, mediante l’incarnazione.
- La preparazione dell’altare: terminata la liturgia della parola, il celebrante si porta dall’ambone all’altare, che diventa il centro della liturgia eucaristica. I ministri o il sacerdote stesso preparano sull’altare, il corporale, il purificatoio, il calice con la pisside o patena e il messale.
- La presentazione del pane e del vino: essi sono gli elementi materiali del sacrificio. Il pane e il vino, soprattutto per il mondo biblico, avevano un forte significato simbolico, perché costituivano la base del nutrimento e quindi, un mezzo essenziale per il mantenimento della vita. In Lam 2,12 troviamo che i bambini che stanno morendo di fame chiedono alle loro madri: “Dove sono il grano e il vino?”.
Il grano e il vino però non sono solamente frutti della fatica umana, ma dono della provvidenza divina, per cui attraverso questi due elementi si rende grazie a Dio anche per la sua attenzione per l’uomo: “Accogli Signore i nostri doni, in questo misterioso incontro tra la nostra povertà e la tua grandezza. Noi ti offriamo le cose che tu stesso ci hai date, e tu in cambio donaci te stesso”. Anche attraverso questi segni, il cristiano viene aiutato a comprendere che tutti viviamo dell’amore gratuito di Dio e per questo tutta la vita deve essere benedizione e ringraziamento.
E’ molto chiara in tal senso la preghiera sul pane e sul vino: Benedetto sei tu Signore Dio dell’universo, dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane e questo vino frutti della terra e del lavoro dell’uomo; li presentiamo a te perché divento per noi cibo e bevanda di salvezza”.
Il vino viene a un certo punto mescolato con alcune gocce d’acqua, dicendo le parole: “L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la natura divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana”. Quindi quell’acqua nel vino viene ad assumere un doppio significato: simboleggia l’unione della nostra natura umana (acqua) con la natura divina di Cristo (vino); ma simboleggia anche l’unione della natura divina nella persona di Cristo, mediante l’incarnazione.
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