“Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità” (Gv 16,12s). Domenica scorsa abbiamo fatto memoria della Pentecoste, il momento in cui lo Spirito Santo, già donato da Gesù con la sua morte, ha raggiunto la comunità dei credenti. Oggi noi siamo il popolo di Dio animato dallo Spirito Santo, quindi noi siamo già nella condizione di accogliere la verità tutta intera, anche se non può mai fermarsi il cammino di approfondimento della medesima. Non potremo mai dire: finalmente ho capito tutto.
Oggi si presenta a noi il mistero dei misteri. Normalmente si pensa che “mistero” significhi , ciò che non può essere assolutamente conosciuto. In realtà per farci un’idea di cosa esso sia, possiamo prendere a esempio
“Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che le amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito” (1Cor 2,9s). La conoscenza di Dio, quindi, non è tanto frutto dell’intelligenza umana – che comunque deve essere messa in gioco -, ma dell’illuminazione interiore.
La fede è evidenza del non dimostrabile, è un’intuizione che va oltre la ragione. Quindi non possiamo limitarci a istruirci intellettualmente su Dio, ma dobbiamo diventare pieni di Dio, affinché Egli illumini il nostro essere interiore.
Per queste ragioni non possono spiegarvi
In Gen troviamo queste importantissime parole: “E Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza; maschio e femmina li creò” (Gen 1,27); non il maschio è immagine di Dio, ma il maschio e la femmina. Dio disse: “Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda”, dopo che furono creati gli animali e Adamo gli diede il nome “l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse” (2,20). Solo la donna può stare alla pari con l’uomo.
Se siamo a immagine e somiglianza di Dio, vuol dire che abbiamo iscritta in noi la necessità vitale di relazioni piene; non semplicemente di vivere insieme, come i coinquilini di un condominio, ma di entrare in relazioni in cui la legge è l’amore. Essere cristiani, creati a immagine e somiglianza di Dio, ci richiama all’urgenza di uscire da logiche egocentriche ed egoistiche: io, io , io; per scoprire la centralità dell’altro.
La Trinità è il modello dell'esistenza cristiana: nella Chiesa, nelle parrocchie, nelle famiglie, nelle fraternità religiose.
Dove la Trinità abita, non può esserci che costante ricerca della comunione. Dove c'è la divisione, ricordiamolo, abitata colui che è il padre della divisione, il diavolo (da dia - ballo colui che si mette di mezzo per separare).
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