Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 13 giugno 2010

IL DONO DELLE LACRIME

Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime …” (Lc 7,36ss). E’ molto strano l’atteggiamento di questa donna, anzi potremmo definirlo inopportuno, tenendo conto degli usi del tempo – in quel contesto culturale uomini e donne erano rigorosamente separati. In quel banchetto c’erano solo uomini, le donne stavano da un’altra parte, mangiavano in un altro ambiente; al massimo potevano servire e velocemente scappare -.
Quelle lacrime sovrabbondanti poi? Perché una scena del genere? Chissà in quale imbarazzo deve avere messo tutti i presenti – tranne il Signore -.
Dobbiamo presumere che questa donna avesse già conosciuto il Signore, altrimenti non si spiega una tale reazione; avrà certamente ascoltato le sue parole, visto il suo comportamento. Gesù deve averla toccata profondamente, deve essere riuscito a illuminare la parte oscura della sua vita e ciò l’ha messa in crisi. “La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4,12); la “spada” della Parola deve avere toccato il punto giusto.
Quando il Signore ci mette in crisi, non è mai per farci disperare, ma per guarirci; Egli fa come il medico che, deve dire chiaramente al paziente qual è il suo male, prima di potergli dare la cura adeguata. Certo, anche prendere coscienza di essere ammalati crea sofferenza, ma è un passaggio necessario per guarire.
Qual è il peccato di questa donna? Non lo sappiamo ed è inutile che ci mettiamo a fare supposizioni – poteva essere un’adultera, come un’usuraia -, quello che è certo è che Lc la definisce “amartolòs”; questo aggettivo – come il corrispondente sostantivo “peccato” – indica una mancanza e un fallimento; l’immagine del peccato – sia nell’antichità greca sia nell’A.T. – si riferisce al fallimento dell’arciere che non colpisce il bersaglio; quindi indica il mancato raggiungimento di una meta.
Tutto ci dice che questa donna ha preso coscienza del suo “fallimento”.
Ascoltando questo passo del Vangelo, sono stato attratto da un elemento ricorrente: i piedi; tra il sostantivo e il pronome, ricorre ben nove volte. Questa donna ha avuto il coraggio di violare le convenzioni comuni, rischiando di essere cacciata anche in malo modo, non ha cessato un istante di toccare una parte così indecorosa del corpo umano – ha scelto di umiliarsi -. Chi di noi si metterebbe a baciare i piedi di un ospite?
E quelle lacrime? Sono un dono straordinario, il segno più evidente che quella donna ha visto con chiarezza la profondità del proprio peccato. Non cerca giustificazioni, vuole solo fare penitenza.
In questo momento, questa donna sta rinascendo pubblicamente. Non sappiamo come è andata a finire la vita di costei, ma possiamo presumere che ella non è più stata la stessa.
Nel libro dell’Es troviamo queste parole: “Tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo” (Es 22,20). Con Gesù ne è diventato chiaro il significato: chi entra realmente in contatto con Dio, “muore”, si lascia alle spalle l’uomo vecchio, per diventare nuova creatura. San Paolo lo afferma di sé: “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20).
Il fariseo riflette tra sé e sé e pensa “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice” (Lc 7,39). E’ proprio perché Gesù sa chi è quella donna che si lascia toccare; è proprio perché sa leggere in profondità i segni nuovi nella vita di quella bella creatura che ha capito, non chi era, ma chi è. Davanti a Dio non è mai il nostro passato che conta, ma il nostro presente. C’è un Salmo splendido che ci conferma:


“Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.

2Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti i suoi benefici.
3Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,

8Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
9Non è in lite per sempre,
non rimane adirato in eterno.
10Non ci tratta secondo i nostri peccati
e non ci ripaga secondo le nostre colpe.
11Perché quanto il cielo è alto sulla terra,
così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;
12quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
13Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo temono,
14perché egli sa bene di che siamo plasmati,


Imploriamo lo Spirito Santo, affinché ci aiuti a lasciarci ferire dalla presenza di Gesù Cristo; ci doni la grazia delle lacrime per il nostro peccato; ci impedisca di convivere tranquillamente con la nostra infedeltà.

3 commenti:

  1. Bellissime parole...grazie!

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  2. Ho letto tutto d'un fiato..mi ha trasmesso una grande pace..tanto conforto...e quel senso di gioia da troppo tempo sbiadito. Grazie. Barbara

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  3. una frase del Vangelo che inizia a "lavorarti" dentro,cerchi di farla tacere,ti infastidisce non vuoi ascoltare perchè la Verità ti fa male.. ma l'intensità di queste parole sante si amplifica anche di notte vieni dolcemente tormentato e a questo punto ti arrendi lasciando che il tuo marciume putrido del peccato venga così alla Luce ..che dolore ,quante lacrime che atroce sofferenza per la tua povera anima ma che grande gioia dopo,una gioia immensa quando ti rialzi distrutto e al tuo fianco trovi Loro , la Mamma Celeste e il Suo Divin Figlio che ti tendono le loro mani e con Amore ti introducono nel meraviglioso cammino verso la santità.
    un cammino difficile ostacolato dal nostro egoismo dal nostro orgoglio e dal maligno che sa bene dove colpire ma abbiamo sempre dei buoni e santi Alleati che non ci abbandonano mai....grazie mio buon Gesù che ci ami nonostante i nostri difetti e se sbagliamo Tu sei sempre pronto a perdonarci.Mara

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