Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 15 agosto 2010

Assunzione della Beata Vergine Maria al cielo

“Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo” (Lc 1,41). Giovanni Battista esulta nell’udire la voce di Maria; perché? Perché Maria è l’arca della nuova alleanza – l’antica arca conteneva la manna, le tavole della Legge e la verga di Aronne, cioè i segni della presenza di Dio; veniva conservata nel Santo dei Santi nel tempio di Gerusalemme -. La gioia nasce dalla consapevolezza che quella giovane donna porta con sé il Figlio di Dio. Anche Elisabetta parla de “la Madre del mio Signore” e de “il frutto del tuo grembo”. Qui il protagonista è Gesù e tutti ne sono consapevoli.

Anche noi come Elisabetta dobbiamo abituarci a guardare a Maria come “Madre del nostro Signore”; dobbiamo stare attenti a non separarla da suo Figlio, perché Lui è il nostro Dio e l’unico nostro Salvatore. Andiamo a lei, ma affinché ci porti da Lui. Lasciamoci ripetere da Maria, come ai servi alle nozze di Cana: “Fate quello che vi dirà”.

Scrive il profeta Ezechiele parlando del popolo di Dio: “Hanno occhi per vedere, ma non vedono, hanno orecchi per udire, ma non odono” (Ez 12,2); può sembrare una frase assurda, ma così non è, si può avere una perfetta vista, ma non saper leggere nulla di ciò che avviene sotto i propri occhi. Maria invece è una donna dallo sguardo profondo e per questo gioisce, perché i suoi occhi riconoscono ciò che molti altri non vedono; vede le meraviglie che il Signore ha compiuto in lei – sa che nonostante la sua piccolezza, il Signore l’ama di un amore particolarissimo -; vede le meraviglie che il Signore compie nella storia degli uomini – mentre tanti si illudono che la forza e la ricchezza siano segni di vittoria, lei sa con chiarezza che è tutta una diabolica illusione, perché il Signore “ ha rovesciato i potenti dai troni … ha rimandato i ricchi a mani vuote”.

Maria vede e riconosce che Dio è fedele alle sue promesse: “Come aveva promesso ai nostri padri”. Del resto avere fede, significa proprio questo: sapere con certezza che Dio è fedele, quindi affidabile; solo se c’è questa fede, che è fiducia, è possibile seguirlo e mettere la propria vita nelle sue mani.

Maria per questo è un modello di fede: senza tale incrollabile fiducia, non avrebbe potuto percorrere le strade che il Signore le ha chiesto di calpestare.

San Paolo ci ricorda una promessa di Dio: “Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. … In Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia, poi alla sua venuta, quelli che sono di Cristo” (1Cor 15, 20s). Qui vi è la promessa della vita eterna per coloro che sono di Cristo.

Cosa significa essere di Cristo? Ci risponde l’apostolo Giovanni attraverso una delle sue lettere: “Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: “Lo conosco” e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, anch’egli deve comportarsi come lui si è comportato” (1 Gv 2,3ss). A costoro è promessa la resurrezione per la vita eterna.

Risorgere, significa ‘essere richiamati alla vita’; ciò significa che l’immortalità non proviene dal potere autonomo dell’essere umano, bensì dal fatto che il Signore richiama alla vita.

Perché risorgeremo? “L’uomo non può sparire totalmente, perché è conosciuto e amato da Dio” (J. Ratzinger); Dio che è nostro Padre non può accettare che scompariamo come uno scarto della storia. proprio per questo dobbiamo ricordare che la vita eterna spetta a ogni singolo essere umano, nell’inceneritore della morte.

Per molti sarà essere una vita eterna con Dio per altri l’assoluta e definitiva separazione da Lui.

Alla Madre, Dio ha concesso dei “privilegi”, perché le ha chiesto molto - la maternità fuori dalle regole e il dolore per la morte umiliante di suo Figlio -. Uno dei privilegi è la resurrezione immediata di tutta la sua persona (in anima e corpo). Il privilegio per lei, diventa un’anticipazione di ciò che avverrà per noi. Maria è entrata nel Regno di Dio dietro al Figlio, mantenendo aperta dopo di sé la via per tutti noi. Per questo la invochiamo “Porta del cielo”, “Regina degli angeli”. L’assunzione di Maria ci conferma che la nostra vita scorre inesorabilmente come un fiume verso l’oceano divino che, il nostro tramontare all’orizzonte di questo mondo è un risorgere all’aurora del mondo nuovo.

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