Il male ha fatto vacillare la teologia giudaica, il Cristo non ha soppresso il male, dunque non è il vero Messia. E’ anche l’argomentazione dell’ateismo: il Cristo non ha realizzato il Regno di Dio sulla terra. Ma l’evangelo non ha mai promesso la felicità materiale sulla terra, esso è profondamente pessimista quanto alla storia, perché la libertà è reale, ma lo è anche per il male.
La liberazione di cui parla l’evangelo non è mai una distruzione meccanica del male, ma una guarigione, il Cristo “ha vinto la morte con la morte”. Finché l’ultimo essere umano non avrà partecipato liberamente a questa vittoria, il male continuerà a condizionale la storia. Dio può prendere il nostro posto per soffrire e morire, non può farlo per i nostri atti, di libertà, di opzione, di amore.
La libertà libera solo chi lo vuole; chi vuole il nulla l’avrà, a modo suo, almeno per un istante fuggitivo. Nessuna esigenza umana uguaglia l’esigenza divina della libertà per l’uomo. E’ essa che forma l’inferno di Dio, prima di formare quello dell’uomo, perciò Dio vi discende.
Pavel Evdokimov
tratto da: P.E., Le età della vita spirituale, EDB, p. 35
tratto da: P.E., Le età della vita spirituale, EDB, p. 35
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