Da Avvenire del 07 dicembre 2011
C’ è un fantasma che s’aggira per l’Italia. Il fantasma dell’Ici «non pagata» dalla Chiesa cattolica sulle attività a fini di lucro che si svolgono all’ombra dei campanili. Il fantasma che sarebbe figlio di un’ingiusta esenzione di legge.
I fantasmi non esistono, e questo in particolare è una pura invenzione. Nessuna legge stabilisce un simile «privilegio». Le attività commerciali svolte da enti e realtà riconducibili alla Chiesa sono tenute a pagare l’Ici sugli immobili che le ospitano e tutte le altre imposte previste esattamente come ogni attività commerciale.
C’ è un fantasma che s’aggira per l’Italia. Il fantasma dell’Ici «non pagata» dalla Chiesa cattolica sulle attività a fini di lucro che si svolgono all’ombra dei campanili. Il fantasma che sarebbe figlio di un’ingiusta esenzione di legge.
I fantasmi non esistono, e questo in particolare è una pura invenzione. Nessuna legge stabilisce un simile «privilegio». Le attività commerciali svolte da enti e realtà riconducibili alla Chiesa sono tenute a pagare l’Ici sugli immobili che le ospitano e tutte le altre imposte previste esattamente come ogni attività commerciale.
Gli
immobili di proprietà di enti religiosi dati in affitto sono
assoggettati all’Ici e alle altre forme di tassazione come qualunque
altro immobile dato in affitto. L’abbiamo scritto un’infinità di volte,
e un’infinità di volte l’abbiamo dimostrato con le nostre inchieste
giornalistiche: citando la norma, illustrando casi, fornendo dati,
pubblicando i bollettini dei pagamenti di presunti evasori indicati
(con clamore e nessuna verifica) su altri mass media... Un’infinità di
volte abbiamo spiegato che se qualcuno cercasse di non pagare il dovuto
su attività a fini di lucro riconducibili alla Chiesa, violerebbe la
legge e meriterebbe di esser sanzionato: i Comuni hanno i mezzi per
farlo. Un’infinità di volte abbiamo chiarito che le esenzioni previste
per le attività solidali e culturali svolte senza l’obiettivo di
guadagnarci riguardano non solo la Chiesa cattolica, ma ogni altra
religione che abbia intese con lo Stato italiano e ogni altra attività
non profit di qualunque ispirazione, laica o religiosa.
Chi dice il contrario mente sapendo di mentire. E chi riaccende
ciclicamente la campagna di mistificazione sull’«Ici non pagata» non lo
fa per caso, ma perché intende creare confusione e, nella confusione,
colpire e sfregiare un doppio bersaglio: la Chiesa e l’intero mondo del
non profit. Non sopportano l’idea che ci sia un «altro modo» di usare
strumenti e beni. Vorrebbero riuscire a tassare anche la solidarietà,
facendo passare l’idea che sia un business, un losco affare, una
vergogna. E vogliono farlo nel momento in cui la crisi fa più male ai
poveri, ai deboli, agli emarginati, alle persone comunque in
difficoltà. Sono militanti del Partito radicale e politicanti male
ispirati e peggio intenzionati. Battono e ribattono sullo stesso falso
tasto, convinti che così una menzogna diventi verità. E purtroppo
trovano anche eco. Ma una menzogna è solo una menzogna. È questa la
«vergogna dell’Ici».
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