«Cari figli, mi rallegro con voi della vostra arte la quale ha saputo
essere arte dei nostri giorni e non mero ricalco di moduli passati,
creazione e non scopiazzatura, scoperta nuova e non rispolveratura
scolastica; e tuttavia ha saputo stare, con tanta comprensione e
bellezza, accanto alla preghiera. Così il vostro esempio giovasse tra
coloro che si danno a credere, con qualche inesplicabile e indecifrabile
sgorbio, di fare arte! Eppure, con tanto poco si fanno scrupolo, di
ingiuriare la Chiesa e darle dell’arretrata. Non dico nulla d’altri che
presumono popolare la Chiesa di mostruosità, degnissime nel miglior
caso, di semifolli, non però di Dio, del popolo e della nostra civiltà.
Ricordatevi, quando l’arte non sa stare con la preghiera, non sa
pregare, è un brutto segno, è segno che, forse, non è nemmeno arte; ma
puro inganno o di sé o degli altri o di sé e degli altri insieme. Ma
oggi, più che altro, il pericolo è costituito piuttosto da coloro che,
non sapendo raggiungere in arte la bellezza, vogliono emergere con la
mostruosità, con la stranezza, emula della caricatura e dell’arte dei
primitivi con lo scempio delle cose e delle persone sante».
Cardinale Alfredo Ottaviani (1890-1979)
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