Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

venerdì 10 febbraio 2012

Cardinal Stepinac

Oggi è la memoria del beato cardinal Stepinac, accusato di essere stato un collaborazionista dei nazi-fascisti croati. Ecco alcune delle parole pronunciate da lui e su di lui:
 



Louis Breiner, presidente dell'Associazione degli ebrei di America:
"... Questo alto rappresentante della Chiesa e stato condannato come collaboratore del nazismo. Noi ebrei protestiamo contro tali calunnie. Perché noi conosciamo il suo passato, e possiamo dire che, dal 1934 e nel corso degli anni successivi, fu sempre un amico fedele degli ebrei. Questi suoi sentimenti non li nascondeva neanche durante le persecuzioni crudeli sotto il regime di Hitler. Egli era uno dei rari uomini in Europa, che nel loro agire si opponevano in quell'epoca alla tirannia nazista, in ogni momento, anche quando cio era piu pericoloso..." (la dichiarazione data due giorni dopo la condanna di Stepinac: Bauer, 1979, p. 130).


Il cardinale Stepinac, 1940:
"Qualunque cosa accada in questi tempi tristi, noi non chineremo mai la testa davanti al male che si propaga, davanti a questo spirito falso del tempo che e contrario a Dio... E io vi grido, aspettando la tempesta che si sta avvicinando e che minaccia tutto il mondo: Incoraggiatevi e siate forti nella fede, che i vostri padri professano gia da 1.300 anni..." (parafrasando le parole di papa Pio XII, Hrvatska revija /La rivista croata/, giugno 1985, p. 200).
Il cardinale Stepinac, 1941:
"... Ogni giorno guardiamo come si promulgano i nuovi decreti, uno piu severo dell'altro, che puniscono come colpevoli le persone del tutto innocenti...Togliere alle persone di un'altra nazionalita ogni possibilita di mantenere la loro integrità, mettendo loro un segno vergognoso, e un atto contro l'umanita e contro la moralita. Le leggi morali non sono valide solo per gli individui, ma anche per quelli che esercitano il potere in uno stato... In aggiunta, bisogna tener conto dei bambini all'eta di sviluppo colpiti da queste misure, e del fatto che in loro si radichera il gusto della vendetta e il complesso d'inferiorita, e cio avra un influsso fatale sulla loro educazione psicologica. Possediamo noi il diritto di commettere un tale attentato contro la persona umana?" (Dalla lettera di protesta al ministro degli Interni A. Artukovic, 23 maggio 1941, Cavalli 1947, p. 163).

Il cardinale Stepinac, 1942:
"... Ogni popolo e ogni razza, come si riflette oggi sulla terra, ha il diritto alla vita degna d'uomo e al modo di agire degno d'uomo... Percio la Chiesa cattolica ha da sempre condannato, e condanna anche oggi l'ingiustizia e la violenza che si commettono in nome di teorie di classe, di razza e di nazionalita... Essa mancherebbe al suo compito se non innalzasse con uguale coerenza la sua voce in difesa di tutti quelli che si lamentano per le ingiustizie ricevute..." (Dell'omelia nella cattedrale di Zagabria, 25 ottobre 1942, Benigar 1974, p. 442).

Il cardinale Stepinac, 1943:
"... Ogni uomo, senza riguardo alla razza o nazionalita, o senza riguardo alle altre differenze, porta in sé un'impronta, il segno di Dio Creatore, e ha i suoi propri diritti, che nessuno pio contestare, limitarli per forza" (Benigar 1974, p. 440).

L'arcivescovo Stepinac, 1946:
"Alcuni documenti sono falsificati; le fotografie che mi rappresentano alzando la mano in segno di saluto fascista o partecipando al congedo della legione croata, che partiva per il Mar Nero; non ho partecipato a questo congedo, né ho alzato la mano in modo fascista" (contenuto dell'unica nota scritta da lui durante il processo nel 1946, Beluhan, 1967, p. 127).

L'arcivescovo Stepinac, 1946:
"...Il popolo croato si e dichiarato in modo plebiscitario per lo Stato Croato e io sarei un uomo da nulla, se non sentissi il polso del popolo croato, che era schiavo nella ex Jugoslavia..." (dalla difesa davanti al tribunale, Benigar 1974, p. 584).

Il cardinale Stepinac, due mesi prima della morte:
"...San Cipriano diede al suo boia 25 monete d'oro prima che quest'ultimo avesse separato la sua testa dal corpo. Io, l'oro non ce l'ho. Tutto cio che posso dare e la preghiera per colui che mi mandera a morte, che il Signore gli perdoni e gli dia la vita eterna, e che accordi a me una morte tranquilla... Con la misericordia di Dio io adempiero pienamente il mio compito, senza odio contro nessuno, ma anche senza paura davanti a nessuno..." (Bauer, 1979, p. 152).

Il cardinale Franjo Kuharic:
"... Viveva in un periodo storico estremamente complesso, duro e tragico... Sul mondo e scesa la notte terribile della guerra. Il popolo croato e la sua Chiesa non erano esenti da questo dramma sanguinoso dell'Europa e del mondo... In questi tempi di oscurita e di dolore, di gemiti e di morte l'Arcivescovo Alojzije Stepinac seguiva nella sua coscienza una luce triplice: fede, speranza e amore... Voleva sempre bene al suo popolo e ad ogni popolo; cercava di aiutare ogni uomo senza riguardo alle convinzioni; lottava per l'onore di Dio e per la dignita della persona umana. Giacché era discepolo di Gesu Cristo, Dio e Salvatore..." (AKSA, 8 febbraio 1980).

Papa Pio XII:
"Il cardinale croato e il prelato piu grande della Chiesa cattolica" (J. Sedlar, Stepinac, videofilm, Londra-Zagabria, 1998).


Maurice Feltin, cardinale di Parigi:
"... Gia a partire dal 1937 era a capo di un comitato dell'assistenza agli ebrei, che sfuggivano perseguitati dai nazionalsocialisti, cercando rifugio in Jugoslavia... Egli non cessava di protestare con tutte le sue forze contro ogni forma di terrorismo da qualunque parte venisse. Negli anni piu tragici della guerra il Msgr. Stepinac ha fatto rimbombare in questo modo una eco della parola di giustizia nel mondo, e era questa una eco in piena armonia con le aspirazioni umane..." (Nikolic, 1980, p. 193).

Il cardinale Stepinac, 1938:
"Domenica, l'11 dicembre di quest'anno, il giorno delle elezioni parlamentari `La stazione radio dell'Ufficio stampa centrale della Presidenza del Consiglio dei ministri' ha notificato, e questa trasmissione era trasmessa anche da altre stazioni radio nel paese, che io avevo votato per la lista della Comunita radicale jugoslava. Alla mia richiesta di smentire questa notizia, mi hanno risposto ripetendo la stessa affermazione... Poiché fino a oggi non l'hanno fatto, sono costretto a dichiarare in pubblico che la notizia sopraccitata della `Stazione radio...' di Belgrado e completamente falsa. La coscienza mi imponeva di votare per la lista che rappresenta oggi le aspirazioni del Popolo Croato alla giustizia e alla liberta, a cui ha diritto come ogni altro popolo. Cosi ho fatto..." (Benigar, 1974, pp. 210-211).

Il cardinale Stepinac, 1939:
"... La legge fondamentale della pace giusta e onesta e l'assicurazione del diritto alla vita e all'indipendenza di tutti i popoli, piccoli e grandi, forti e deboli. La voglia di vivere di un popolo non deve essere la condanna a morte dell'altro..." (parafrasando il papa Pio XII, Hrvatska revija /La rivista croata, giugno 1985, p. 200).

Il cardinale Stepinac, 1942:
"... Non c'e dubbio che una delle caratteristiche piu belle dell'essere nazionale croato nel passato era la tendenza di raggiungere nella sua vita nazionale l'armonia con i principi della proclamata verita di Dio. E non solo quando ne doveva tirare vantaggio, ma anche quando questa verita gli era amara. E' questa la speranza di tutto il popolo croato e quello che si attende oggi anche dal suo Parlamento. Che promulghi leggi oneste, che non siano contrarie alla legge divina, per assicurare cosi la benedizione di Dio creatore... Che promulghi leggi giuste; laddove i carichi sono uguali, che siano uguali anche i diritti. Che promulghi leggi possibili, che al popolo non si addossino i carichi che non puo sopportare" (nell'occasione dell'inaugurazione del Parlamento croato, 23 febbraio 1942, Messaggero del cuore di Gesu e di Maria, Salisburgo, aprile 1962, p. 91).

Il cardinale Stepinac, 1942:
"Non c'e da meravigliarsi che molte persone chiedano quale e la differenza tra i campi di concentramento bolscevichi e quelli nostri. E potrà il movimento ustascia contare sulla benedizione Divina, se nega ai morenti quello che sinora nessuno stato ha rifiutato?..." (nella lettera di protesta al ministro degli Interni A. Artukovic, 2 novembre 1942, Cavalli, 1947, p. 170).

Il cardinale Stepinac, 1943:
"Chiedo anche in nome dell'umanità, sempre tanto stimata dal nostro popolo, che non permetta più, che neanche un membro di questo stato soffra ingiustamente. Nei campi di concentramento si trovano molte persone innocenti, che non hanno affatto meritato una pena cosi grave... I peccati contro la legge della natura in nome del popolo e dello stato si vendicano allo stesso stato e popolo...

In Italia si trovano decine di migliaia di nostri uomini innocenti di Gorski kotar, Primorje e Dalmazia, imprigionati nei campi di concentramento, per lo più donne e bambini. La fame, le malattie e gli affanni di tutte le specie sono ragione della mortalita cosi alta tra quegli sciagurati... Duce, non permetta che gli elementi irresponsabili e quelli che non hanno nessuna competenza rechino danni al vero benessere del nostro popolo..." (Dalla lettera di protesta al capo dello stato, A. Pavelic, 6 marzo 1943, Cavalli, 1947, p. 126).


The New York Times, (C. L. Sulzberger), 15 febbraio 1960:
"... In data 10 novembre 1950 gli ho fatto una visita nella sua cella di rigore nel prigione di Lepoglava, dove Tito era stato incarcerato quando la Jugoslavia era stata ancora regno. Stepinac, un uomo pallido, paziente, intrepido, stava leggendo un'opera di un francescano irlandese quando io entravo scortato da due agenti di polizia segreta, calzati di stivali da cavaliere. Non facendo attenzione alla mia scorta e parlando francese a bassa voce, disse: - Sono pronto a morire ogni giorno per la Chiesa. Sono completamente indifferente per quanto riguarda la possibilità della mia liberazione... Se il maresciallo Tito vuole liberarmi, egli dovrebbe parlarne a Santa Sede. La Chiesa cattolica non puo essere schiavo di nessun uomo e di nessuno stato-."

Alan Horic, letterato:
"Ci vogliono parecchi secoli di sacrificio e di dolori, affinché un popolo presenti a sé e al mondo un tale personaggio sacro... Stepinac e vittima insieme della sua convinzione croata e quella cattolica... Anche noi musulmani vedevamo in lui un esempio di coerenza religiosa..." (Hrvatski glas /La voce croata/, Winnipeg, 29 febbraio 1960).

Il cardinale Franjo Kuharic:
 "Vedeva come la sua propria sofferenza il dramma e la tragedia di ogni uomo, senza riguardo a quale razza, nazione o fede appartenesse. Questa universalita dell'amore, tratta dalla fede in Gesu Cristo e nel Vangelo, egli la provava in maniera pratica e concreta attraverso le sue opere di assistenza caritatevole e attraverso i suoi interventi allo scopo di alleviare le sofferenze umane. Si impegnava con coraggio e decisione per i perseguitati, incarcerati, tormentati, senza riguardo da quale parte venissero le violenze e le ingiustizie. Richiedeva da ogni potere che i tribunali fossero equi, le leggi in conformita all'umanita e i procedimenti umani..." (Nikolic, 1980, p. 154).

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