Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

giovedì 2 febbraio 2012

I due gemelli di Klaus Berger



Avvenne che in un grembo venissero concepiti due gemelli. Passavano le settimane e i bambini crescevano. Nella misura in cui cresceva la loro coscienza, aumentava la gioia:
"Di', non è fantastico che siamo stati concepiti? Non è meraviglioso che viviamo?".

I gemelli iniziarono a scoprire il loro mondo. Quando scoprirono il cordone ombelicale che li legava alla madre dando loro nutrimento, cantarono di gioia: "Quanto grande è l'amore di nostra madre che divide con noi la sua vita stessa!".
A mano a mano che le settimane passavano, però, trasformandosi poi in mesi, notarono improvvisamente come erano cambiati.
"Che cosa significa?" chiese uno. "Significa", rispose l'altro, "che il nostro soggiorno in questo mondo presto volgerà alla fine" - "Ma io non voglio andarmene", ribattè il primo, "ma forse c'è una vita dopo la nascita!".
"E come può essere", domandò il primo, dubbioso, "perderemo il nostro cordone di vita e come faremo a vivere senza di esso? E per di più altri prima di noi hanno lasciato questo grembo e nessuno di loro è tornato a dirci che c'è una vita dopo la nascita. No, la nascita è la fine!". Così uno di loro cadde in un profondo affanno e disse: "Se il concepimento termina con la nascita, che senso ha la vita nell'utero? E' assurda. Magari non esiste nessuna madre dietro tutto ciò" - "Ma deve esistere", protestò l'altro, "altrimenti come avremmo fatto a entrare qua dentro? E come faremo a sopravvivere?" - Hai mai visto nostra madre?", domandò l'uno, "Magari vive soltanto nella nostra immaginazione. Ce la siamo inventata, perché così possiamo comprendere meglio la nostra esistenza".
E così gli ultimi giorni nel grembo della madre furono pieni di mille domande e di grande paura. Infine, venne il momento della nascita. Quando i gemelli ebebro lasciato il lo mondo , aprirono gli occhi. Gridarono. Ciò che videro superava i loro sogni più arditi.


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