"Quello
che mi è successo è l'opposto di quello che sembra essere l'esperienza
della maggior parte dei miei amici. Invece di rimpicciolire fino a un
puntino, Babbo Natale è divenuto sempre più grande nella mia vita fino a
riempire la quasi totalità di essa. E' successo in questo modo. "Da
bambino mi trovai di fronte ad un fenomeno che richiedeva una
spiegazione. Avevo appeso alla sponda del mio letto una calza vuota, che
al mattino si trasformò in una calza piena. Non avevo fatto nulla per
produrre le cose che la riempivano. Non avevo lavorato per loro, né le
avevo fatte o aiutato a farle. Non ero nemmeno stato buono - lungi da
me!
"E
la spiegazione era che un certo essere che tutti chiamavano 'Santa
Claus' era benevolmente disposto verso di me... Ciò che credevamo era
che una determinata agenzia benevola ci avesse davvero dato quei
giocattoli per niente. E, come affermo, io ci credo ancora. Ho
semplicemente esteso l'idea.
"Allora
chiedevo solo chi metteva i giocattoli nella calza, ora mi chiedo Chi
mette la calza accanto al letto, e il letto nella stanza, e la stanza
della casa, e la casa nel pianeta, e il grande pianeta nel vuoto.
"Una volta mi limitavo a ringraziare Babbo Natale per pochi dollari e qualche biscotto.
Ora, lo ringrazio per le stelle e le facce in strada, e il vino e il grande mare.
Una volta pensavo fosse piacevole e sorprendente trovare un regalo così grande da entrare solo per metà nella calza.
Ora
sono felice e stupito ogni mattina di trovare un regalo così grande che
ci vogliono due calze per tenerlo, e poi buona parte ne rimane fuori; è
il grande e assurdo regalo di me stesso, perché all'origine di esso io
non posso offrire alcun suggerimento tranne che Babbo Natale me l'ha
dato in un particolare fantastico momento di buona volontà".
Gilbert Keith Chesterton, lettera a The Tablet of London
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