Nel leggere i titoli dei giornali a proposito della lettera del Papa per la Gioranta della pace, troppo profondamente vere le parole di Galileo Galiei, il quale affermava:
Non basta guardare, bisogna guardare con gli occhi che vogliono vedere.
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Ecco le parole del portavoce del Santo Padre:
Vasta eco ha avuto in tutto il mondo il Messaggio del
Papa per la Giornata Mondiale della Pace, pubblicato ieri: in genere, i
media internazionali hanno sottolineato l’appello di Benedetto XVI a
cambiare modello economico, perché quello attuale, dominato dal
capitalismo finanziario, sta attaccando i diritti sociali creando un
crescente divario tra ricchi e poveri. In Italia, invece, è stato letto
un altro Messaggio. Ce ne parla in questa nota il direttore della Sala
Stampa vaticana, padre Federico Lombardi:
Anche
questa volta è successo che un documento importante e molto ricco sia
stato presentato da molte voci e testate italiane in modo del tutto
parziale e travisato. E’ successo perché in un breve passaggio ritorna
sulla visione del matrimonio fra un uomo e una donna, come profondamente
diverso da forme radicalmente diverse di unione e afferma che ciò è
riconoscibile dalla ragione umana e, insieme agli altri principi
essenziali di una corretta visione della persona e della società,
anzitutto la tutela della vita, va difeso se si vuol costruire la pace
su solide basi e cercare con lungimiranza il bene della società umana.
Com’è noto, è la visione che la Chiesa non si stanca di ribadire in un
tempo in cui questo punto appare continuamente sotto attacco in molti
Paesi. Non c’è da stupirsene. La reazione appare quindi scomposta e
sproporzionata, fatta di grida più che di ragionamenti, quasi intesa a
intimidire chi vuole sostenere liberamente tale visione nella pubblica
arena.
Non solo, ma la reazione viene a oscurare molti aspetti dello stesso Messaggio del Papa di straordinaria attualità e forza, che andrebbero invece meditati con grande attenzione e su cui è giusto richiamare l’attenzione. In tempi di dilagante disoccupazione, l’affermazione netta da parte del Papa del diritto al lavoro come essenziale per la dignità della persona umana suona come un grido di allarme, che chiede una riflessione molto più profonda e decisa sulla trasformazione dei “modelli di sviluppo” che ci hanno portato al punto in cui siamo e in cui sono assenti quei principi di fraternità, solidarietà, gratuità che devono garantire la dimensione veramente umana dell’ordine economico, sociale, politico. E il Papa ricorda anche con forza che il problema della crisi alimentare è assai più grave di quello della crisi finanziaria: la fame continua a imperversare nel mondo e ce ne dimentichiamo troppo facilmente. Troppa gente muore di fame. L’Enciclica “Caritas in veritate” di Papa Benedetto, e la famosa “Pacem in terris” di Giovanni XXIII, di cui fra poco ricorre il cinquantesimo anniversario, già ci guidavano a impegnarci in queste direzioni.
In sostanza, il Messaggio dice cose urgenti e fondamentali per l’umanità di oggi, che non vanno dimenticate per il solo fatto che chiede di opporsi a una “equivalenza giuridica” fra il matrimonio fra un uomo e una donna e “forme radicalmente diverse di unione”. Invitiamo tutti a una lettura completa e obiettiva del documento.
© Copyright Radio Vaticana
Non solo, ma la reazione viene a oscurare molti aspetti dello stesso Messaggio del Papa di straordinaria attualità e forza, che andrebbero invece meditati con grande attenzione e su cui è giusto richiamare l’attenzione. In tempi di dilagante disoccupazione, l’affermazione netta da parte del Papa del diritto al lavoro come essenziale per la dignità della persona umana suona come un grido di allarme, che chiede una riflessione molto più profonda e decisa sulla trasformazione dei “modelli di sviluppo” che ci hanno portato al punto in cui siamo e in cui sono assenti quei principi di fraternità, solidarietà, gratuità che devono garantire la dimensione veramente umana dell’ordine economico, sociale, politico. E il Papa ricorda anche con forza che il problema della crisi alimentare è assai più grave di quello della crisi finanziaria: la fame continua a imperversare nel mondo e ce ne dimentichiamo troppo facilmente. Troppa gente muore di fame. L’Enciclica “Caritas in veritate” di Papa Benedetto, e la famosa “Pacem in terris” di Giovanni XXIII, di cui fra poco ricorre il cinquantesimo anniversario, già ci guidavano a impegnarci in queste direzioni.
In sostanza, il Messaggio dice cose urgenti e fondamentali per l’umanità di oggi, che non vanno dimenticate per il solo fatto che chiede di opporsi a una “equivalenza giuridica” fra il matrimonio fra un uomo e una donna e “forme radicalmente diverse di unione”. Invitiamo tutti a una lettura completa e obiettiva del documento.
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