NATALE DI NOSTRO SIGNORE
“Chiara
una voce dal cielo si diffonde nella notte: fuggano i sogni e le angosce,
splende la luce di Cristo … un astro nuovo rifulge fra tenebre del mondo”
(Inno dalla Liturgia delle Ore).
Luce, tenebre; ecco la meraviglia di
questa notte. Questa festa ci ricorda che il Sole di Dio continua a sorgere per
illuminare e riscaldare ogni cosa. Per questo, come l’angelo ai pastori, posso anche
io annunciarvi una grande gioia. Che tristezza se, invece del Figlio di Dio,
attendessimo solamente Babbo Natale. Cosa ci ritroveremmo tra le mani? Un po’
di regali capaci di soddisfarci per una manciata di giorni, se non di ore.Sappiamo bene però che non ci basta.
Pensate alla delusione che avrebbe colpito
i pastori se, invece del Dio bambino, avessero trovato un anziano signore
vestito di rosso a cavallo di una renna, anche se pieno di pacchi e pacchetti.
Il nostro mondo è strano, invece di
lasciarsi scaldare e illuminare dal Sole, preferisce accendere dei “cerini” che
si consumano rapidamente, lasciando nel buio.
“Il
popolo che camminava nelle tenebre, ha visto una grande luce” (Is 9,1); non
siamo forse noi quel popolo?
Non siamo noi coloro che, a causa della tenebra hanno paura – la crisi ha solo svelato la nostra fragilità, la debolezza delle nostre fondamenta. Gesù l’aveva predetto: “chi … ascolta e non mette in pratica,è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande» (Lc 6,49) -;
che non sappiamo più distinguere il bene dal male, “che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro” (Is 5,20);
che non siamo più capaci di conoscerci e di riconoscere nell’altro un fratello e non un nemico?
Non siamo noi coloro che, a causa della tenebra hanno paura – la crisi ha solo svelato la nostra fragilità, la debolezza delle nostre fondamenta. Gesù l’aveva predetto: “chi … ascolta e non mette in pratica,è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande» (Lc 6,49) -;
che non sappiamo più distinguere il bene dal male, “che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro” (Is 5,20);
che non siamo più capaci di conoscerci e di riconoscere nell’altro un fratello e non un nemico?
Ancora una volta Dio viene e dice:
“Eccomi!” «Io sono la luce del mondo; chi
segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv
8,12). Ancora una volta si presenta bimbo, essere non pericoloso, ma fragile,
che dice: “Non aver paura di me. Non temere!”.
Concludo con le parole che San Francesco
scrive nella Lettera a tutti i fedeli: “Tutti
coloro che amano il Signore con tutto il cuore, con tutta l’anima e
la mente, con tutta la forza e amano
i loro prossimi come se stessi, ... Oh, come sono beati e benedetti ...; perché riposerà su di
essi lo Spirito del Signore e farà presso di loro la sua abitazione e dimora; ... Siamo madri, quando lo portiamo nel cuore e nel corpo nostro per
mezzo del divino amore e della pura e sincera coscienza, lo generiamo
attraverso le opere sante, che devono risplendere agli altri in esempio”. Dio ha scelto lo spazio vitale nel ventre di una donna, non può sfuggirci questo. Dio chiede ospitalità nella nostra carne, perché è solo da lì e non, stando fuori di noi, invitato della Domenica, che può portare luce e vita.
"Stendi le tenebre e viene la notte: in essa si aggirano tutte le bestie della foresta; ruggiscono i giovani leoni in cerca di preda ... Sorge il sole: si ritirano e si accovacciano nelle loro tane" (104,22). Il Salmista scrive che, quando giunge il sole, si nascondono gli animali della notte; dove giunge Cristo scompaiono i fantasmi che ci spaventano.
"Stendi le tenebre e viene la notte: in essa si aggirano tutte le bestie della foresta; ruggiscono i giovani leoni in cerca di preda ... Sorge il sole: si ritirano e si accovacciano nelle loro tane" (104,22). Il Salmista scrive che, quando giunge il sole, si nascondono gli animali della notte; dove giunge Cristo scompaiono i fantasmi che ci spaventano.
Questo è un santo Natale: se Gesù Cristo
riesce di nuovo a nascere nella mia casa e da lì generare luce
e calore per me e per gli altri.
Noi, stiamo vivendo quasi senza accorgercene, l'era dell' egoismo, l'era del possedere, l'era dell'avere ad ogni costo qualsiasi cosa. Questo ci porta ad aspettare babbo natale e i suoi regali effimeri, perchè non siamo più capaci di riconoscere che i Doni, quelli veri, vengono messi a nostra disposizione, da quel Dio Bambino che accompagna i nostri giorni, soprattutto quelli difficili, quotidianamente . Buon Natale. Anna
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