Congregazione per il Culto
Divino e la Disciplina dei
Sacramenti
Notitiae vol. 38 (2002) 492
Quesito:
È
possibile predisporre una tavola con del pane e del vino in mezzo alla Chiesa
vicino all’altare o nel presbiterio in occasione della Messa “Nella Cena del
Signore” o della prima piena partecipazione all’Eucaristia, detta “prima Comunione”?
Risposta: No.
Le vigenti norme
in materia affermano in modo chiaro l’importanza da attribuirsi all’altare, la
cui posizione deve far sì che l’intera comunità rivolga lì la propria
attenzione: «Conviene che in ogni chiesa ci sia l’altare fisso, che significa
più chiaramente e permanentemente Gesù Cristo, pietra viva (1Pt 2,4; cf.
Ef 2,20); negli altri luoghi, destinati alle celebrazioni sacre,
l’altare può essere mobile. L’altare si dice fisso se è costruito in modo da
aderire al pavimento e non poter quindi venir rimosso; si dice invece mobile se
lo si può trasportare» (Ordinamento
Generale del Messale Romano, n. 298).
Ne deriva dunque
che è necessario un solo altare, parte più eccellente del presbiterio e
dell’intera chiesa, in modo che la sua singolarità favorisca la partecipazione
dei fedeli: «Nelle nuove chiese si costruisca un solo altare che significhi
alla comunità dei fedeli l’unico Cristo e l’unica Eucaristia della Chiesa.
Nelle chiese già costruite, quando il vecchio altare è collocato in modo da
rendere difficile la partecipazione del popolo e non può essere rimosso senza
danneggiare il valore artistico, si costruisca un altro altare fisso,
realizzato con arte e debitamente dedicato. Soltanto sopra questo altare si
compiano le sacre celebrazioni. Il vecchio altare non venga ornato con
particolare cura per non sottrarre l’attenzione dei fedeli dal nuovo altare» (Ordinamento Generale del Messale Romano,
n. 303).
L’usanza,
dunque, di predisporre una tavola con il pane e il vino per la memoria
dell’Ultima Cena di Gesù o per disporre i fanciulli durante la prima
partecipazione eucaristica è simbolicamente una ripetizione, pedagogicamente una
distrazione e pastoralmente qualcosa di inconsistente, poiché distrae il popolo
dall’altare, turba la percezione dell’importanza dei singoli elementi
dell’architettura della Chiesa e non favorisce affatto la partecipazione dei
fedeli.
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