La prima lettura di oggi mi fa pensare che, proprio nel momento
in cui scoppia la persecuzione, scoppia la missionarietà
della Chiesa. E questi cristiani erano arrivati fino alla Fenicia,
a Cipro e ad Antiochia, e proclamavano la Parola (cfr At
11,19). Avevano questo fervore apostolico dentro; e la fede viene
diffusa così! Alcuni, gente di Cipro e di Cirene – non
questi, ma altri che erano diventati cristiani – giunti ad
Antiochia, incominciarono a parlare anche ai Greci (cfr At
11,20). E’ un passo in più. E la Chiesa va avanti,
così. Di chi è questa iniziativa di parlare ai Greci,
cosa che non si capiva, perché si predicava soltanto ai
Giudei?. E’ dello Spirito Santo, Colui che spingeva di
più, di più, di più, sempre.
Ma a Gerusalemme, qualcuno, quando ha sentito questo, è
diventato un po’ nervoso e hanno inviato una Visita
apostolica, hanno inviato Barnaba (cfr At 11,22). Forse,
con un po’ di senso dell’umorismo, possiamo dire che
questo sia l’inizio teologico della Congregazione per la
Dottrina della Fede: questa Visita apostolica di Barnaba.
Lui ha osservato, e ha visto che le cose andavano bene (cfr
At 11,23). E la Chiesa così è più
Madre, Madre di più figli, di molti figli: diventa Madre,
Madre, Madre sempre di più, Madre che ci dà la fede,
Madre che ci dà l’identità. Ma
l’identità cristiana non è una carta
d’identità. L’identità cristiana è
un’appartenenza alla Chiesa, perché tutti questi
appartenevano alla Chiesa, alla Chiesa Madre, perché trovare
Gesù fuori della Chiesa non è possibile. Il grande
Paolo VI diceva: è una dicotomia assurda voler vivere con
Gesù senza la Chiesa, seguire Gesù fuori della
Chiesa, amare Gesù senza la Chiesa (cfr Esort. ap.
Evangelii nuntiandi, 16). E quella Chiesa Madre che ci
dà Gesù ci dà l’identità che non
è soltanto un sigillo: è un’appartenenza.
Identità significa appartenenza. L’appartenenza alla
Chiesa: questo è bello!
La terza idea che mi viene in mente – la prima: era
scoppiata la missionarietà; la seconda: la Chiesa Madre
– è che quando Barnaba ha visto quella folla –
dice il testo: "E una folla considerevole fu aggiunta al Signore"
(At 11,24) – quando ha visto quella folla, ha avuto
gioia. "Quando questi giunse e vide la grazia di Dio, si
rallegrò" (At 11,23). E’ la gioia propria
dell’evangelizzatore. E’, come diceva Paolo VI, "la
dolce e consolante allegria di evangelizzare" (cfr Esort. ap.
Evangelii nuntiandi, 80). E questa gioia incomincia con una
persecuzione, con una tristezza grande, e finisce con la gioia. E
così la Chiesa va avanti, come dice un Santo, fra le
persecuzioni del mondo e le consolazioni del Signore (cfr S.
Agostino, De Civitate Dei, 18,51,2: PL 41, 614).
Così è la vita della Chiesa. Se noi vogliamo andare
sulla strada della mondanità, negoziando con il mondo
– come volevano fare i Maccabei, che erano tentati in quel
tempo – mai avremo la consolazione del Signore. E se noi
cerchiamo soltanto la consolazione, sarà una consolazione
superficiale, non quella del Signore, sarà una consolazione
umana. La Chiesa va sempre tra la Croce e la Risurrezione, tra le
persecuzioni e le consolazioni del Signore. E questo è il
cammino: chi va per questa strada non si sbaglia.
Pensiamo oggi alla missionarietà della Chiesa: questi
discepoli che sono usciti da se stessi per andare, e anche quelli
che hanno avuto il coraggio di annunciare Gesù ai Greci,
cosa in quel tempo scandalosa, quasi (cfr At 11,19-20).
Pensiamo alla Madre Chiesa che cresce, cresce con nuovi figli, ai
quali dà l’identità della fede, perché
non si può credere in Gesù senza la Chiesa. Lo disse
Gesù stesso nel Vangelo: Ma voi non credete, perché
non fate parte delle mie pecore (cfr Gv 10,26). Se non siamo
"pecore di Gesù", la fede non viene; è una fede
all’acqua di rose, una fede senza sostanza. E pensiamo alla
consolazione che ha avuto Barnaba, che è proprio "la dolce e
consolante allegria di evangelizzare". E chiediamo al Signore
questa parresia, questo fervore apostolico, che ci spinga ad andare
avanti, come fratelli, tutti noi: avanti! Avanti, portando il nome
di Gesù nel seno della Santa Madre Chiesa, come diceva
Sant’Ignazio, gerarchica e cattolica. Così sia.
Copyright Libreria Editrice Vaticana
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