In questi giorni ho pensato al personaggio biblico di Davide.
Come lui, con lui, siamo nella valle di Elah, in attesa di affrontare Golia.
Nella valle delle nostre paure di fronte a sfide che appaiono gigantesche. Anche la sfida di metterci insieme per affrontarle. Come Davide in quella valle, dobbiamo spogliarci della spada e dell’armatura che in questi anni abbiamo indossato e che ora ci appesantirebbero.
Come lui, con lui, siamo nella valle di Elah, in attesa di affrontare Golia.
Nella valle delle nostre paure di fronte a sfide che appaiono gigantesche. Anche la sfida di metterci insieme per affrontarle. Come Davide in quella valle, dobbiamo spogliarci della spada e dell’armatura che in questi anni abbiamo indossato e che ora ci appesantirebbero.
Davide “prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli
lisci dal torrente e li pose nella sua sacca da pastore, nella
bisaccia; prese in mano la fionda e si avvicinò a Golia”. Noi, dal
“torrente” delle idee sulle quali ci siamo confrontati abbiamo scelto i
nostri “ciottoli”, le nostre proposte di programma. La “fionda”
l’abbiamo in mano insieme, governo e Parlamento. Ma di Davide ci servono
il coraggio e la fiducia. Il coraggio di mettere da parte quella
“prudenza politica” che spinge a evitare il confronto con le nostre
paure, a rimanere nella valle e, se proprio decidiamo di muoverci, a
farlo con indosso l’armatura. Il coraggio di affrontare la sfida
liberandoci dell’armatura, forse lo abbiamo trovato. La fiducia è
quella che chiediamo al Parlamento e agli italiani.
Affidiamo allo Spirito Santo il lavoro di questo Governo. Siamo all'emergenza, per cui mi auguro che questa ampia coalizione sappia essere davvero a servizio del Paese e non, ancora una volta, dei miserrimi interessi dei partiti.
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