Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 18 maggio 2013

Tu sei vivo fuoco



PENTECOSTE

     Già attraverso il profeta Isaia, Dio aveva detto: “O voi tutti assetati, venite all’acqua, voi che non avete denaro, … venite, comprate senza denaro, senza pagare” (Is 55,1s) e oggi Gesù ci rinnova lo stesso invito: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva …” (Gv 7,37).

     Di quale sete parla? Di una vita serena, bella, piena; in poche parole: di una vita che abbia senso e non sia solamente un ripetitivo trascorrere del tempo, come dice Qoelet: “Quel che è stato sarà
e quel che si è fatto si rifarà; non c’è niente di nuovo sotto il sole
” (Qo 1,9).
     E’ un invito antico, eppure sempre attuale. Anche molti di noi hanno questa sete e ce ne accorgiamo, perché sentiamo che ci manca qualcosa. Anni fa il cardinal Biffi, parlando della città di Bologna, la definì “sazia e disperata”.
     Come è possibile essere sazi e nel contempo disperati? Basta essere pieni di ciò che è inadeguato.      
     La nostra società ci offre tante “bevande”, belle a vedersi e buone al gusto, ma che non dissetano, non sono soddisfacenti, anzi alcune sono addirittura nocive. Esse lasciano le nostre ossa secche, come quelle del racconto del profeta Ezechiele; ci lasciano senza vita. Sant’Agostino descrive bene questo sentimento quando dice: O Signore, ci hai creati per te, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te!”
     Gesù lo dice chiaramente: “Io ho l’acqua capace di dissetarti”, che è lo Spirito Santo; invece, il mio popolo “ha abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua” (Ger 2,13). E’ come se dicesse: “Bevete di tutto, tranne ciò che può dissetarvi”. Scrive Cirillo di Gerusalemme: “ Per quale motivo la grazia dello Spirito è chiamata acqua? Certamente perché tutto ha bisogno dell'acqua. … L'acqua della pioggia discende dal cielo. Scende sempre allo stesso modo e forma, ma produce effetti multiformi. …  La pioggia … si adatta alle esigenze degli esseri che la ricevono e diventa per ognuno di essi quel dono provvidenziale di cui abbisognano. Così “si serve della lingua di uno per la sapienza. Illumina la mente di un altro con la profezia. A uno conferisce il potere di scacciare i demoni, a un altro largisce il dono di interpretare le divine Scritture. Rafforza la temperanza di questo, mentre a quello insegna la misericordia … C'è chi da lui apprende la saggezza nelle cose temporali e chi perfino riceve da lui la forza di accettare il martirio …Viene infatti a salvare, a sanare, a insegnare, a esortare, a rafforzare e a consolare. Anzitutto illumina la mente di colui che lo riceve e poi, per mezzo di questi, anche degli altri” (Cirillo di Gerusalemme, Catechesi battesimali).
     Il profeta Ezechiele ci racconta una bellissima visione, simile come significato a quella delle ossa che riprendono vita; egli vede scaturire dal Tempio di Gerusalemme dell’acqua, che diventa lentamente un fiume poderoso: “voltandomi, vidi che sulla sponda del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra. Mi disse: «Queste acque … entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque.  dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina” (Ez 47,7ss).  Sono immagini incantevoli, perché parlano di un’acqua capace di generare vita, laddove c’è la morte. Solo noi, però possiamo capire fino in fondo di cosa parla Ezechiele, infatti, quella sorgente è Gesù stesso, che dalla croce dona l’acqua viva quando, “uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua” (Gv 19,34). Quell’acqua ha raggiunto la comunità proprio nel giorno di Pentecoste e “tutti furono colmati di Spirito Santo” (At 2,2ss).
    E noi? Come facciamo a bere quell’acqua? I canali fondamentali che portano l’acqua fresca dello Spirito sono proprio i Sacramenti. Pensare che, a volte ci sembrano inutili riti. Invece sono proprio ciò che Dio stesso ha scelto per dissetarci.
.

Nessun commento:

Posta un commento