E ora io vi dirò cosa che tutti già conosciamo, ma che non mai abbastanza meditiamo nella sua fondamentale importanza e nella sua inesausta fecondità; ed è questa: essere Gesù Cristo a noi necessario.
Non si dica consueto il tema: esso è sempre nuovo. Non lo si dica già conosciuto: esso è inesauribile. Fra
tante proposizioni, in cui il cristianesimo, per la sua mirabile unità e
coerenza di dottrina, può sintetizzarsi, pare questa a me, ora, la più
opportuna, sia per la sua intrinseca importanza, sia anche per
la rispondenza che essa può, nel momento presente, incontrare nel mondo
degli spiriti e degli avvenimenti.
“Tutto abbiamo in Cristo” esclama sant’Ambrogio; “tutto è
Cristo per noi. Se tu vuoi curare le tue ferite, egli è medico. Se sei
ardente di febbre, egli è fontana. Se sei oppresso dall’iniquità, egli è
giustizia. Se hai bisogno di aiuto, egli è vigore. Se temi la morte,
egli è vita. Se desideri il cielo, egli è la via. Se rifuggi dalle
tenebre, egli è la luce. Se cerchi cibo, egli è alimento”.
Sì, tutto è Cristo per noi. Ed è dovere della nostra fede religiosa,
bisogno della nostra umana coscienza ciò riconoscere, confessare e
celebrare. A lui è legato il nostro destino, a lui la nostra salvezza.
Con Cristo, per Cristo ed in Cristo, dovrebbe essere il nostro agire. Il tutto che ci necessità è il tutto per noi. Tuttà la nostra felicità sta nel compiere la sua volontà. gpm
RispondiElimina