Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 15 giugno 2013

La Chiesa ha il ministero di far piangere


  
XI DOMENICA T.O.

     Le lacrime sono lo sciogliersi del ghiaccio dell'anima” (Hermann Karl Hesse) e ancora: le lacrime sgorgano dal cuore trafitto “come il sangue delle piaghe dell’anima” (Gregorio di Nissa). Alla sapienza umana, risponde quella biblica dove il salmista scrive: “Nel tuo otre raccogli le mie lacrime: non sono forse scritte nel tuo libro?” (Salmo 56,9).
     Le lacrime,
che fanno parte della normale esperienza umana per manifestare la gioia e il dolore, nella vita dei credenti sono di straordinaria importanza, perché, sono il segno più evidente dell’azione risanante di Dio. Come, quando il sole comincia a riscaldare, si sciolgono i ghiacci e scorrono le acque, così quando permettiamo Dio di accostarsi a noi e di toccarci, inevitabilmente cominciano a sciogliersi i “ghiacci” interiori del peccato, della durezza e della sofferenza.  Le lacrime spirituali sono il segno della presenza di Dio; sono le lacrime che accompagnano il parto dell’anima, che rinasce secondo la sua innocenza originaria.
     Oggi due persone piangono: Davide e la peccatrice. Dio li avvicina e parla loro ed essi piangono. Da una parte Dio agisce attraverso il profeta Natan, dall’altra Dio stesso è presente: c’è Gesù.
     Della donna non sappiamo nulla, se non che ha commesso un peccato di pubblico dominio, che la rende intoccabile; di Davide, invece, sappiamo, che per dare libero sfogo alla lussuria, non ha esitato a commettere adulterio con Betsabea, facendo poi uccidere il marito di lei.
     Dio fa piangere per guarire. Proprio perché una coscienza malata non è in grado di scuotere se stessa dall’insensibilità spirituale, Dio stesso si assume il compito di risvegliare l’anima assopita. Dio muove accuse e rimproveri, mostrandoci le colpe e i mali che ne sono conseguiti, affinché ne proviamo disgusto e ce ne distacchiamo. Dio mette a nudo, fa venire a galla i sotterfugi  che usiamo per giustificarci, per stare tranquilli con la nostra coscienza; Egli rompe l’equilibrio che abbiamo raggiunto. Le parole di Dio sono come le punture di un medico che trafiggono il cuore  e procurano un dolore istantaneo e lancinante, affinché possiamo recuperare la sensibilità spirituale.
     La Chiesa ha il ministero di far piangere, di aiutare a guardare in faccia il male, a chiamarlo con il suo nome, senza camuffamenti. Come un medico che chiama raffreddore un tumore ai polmoni, è un pessimo medico - lascia tranquilli i suoi pazienti, ma li vede morire uno a uno, per mancanza di cure adeguate -, così i cristiani che nascondono il male cambiandone il nome, piacciono molto e sono applauditi dalle masse, ma operano danni incalcolabili alla vita delle persone. Il maligno è il padre della menzogna e fa come quelli che mettono l’acido muriatico nella bottiglia dell’acqua minerale, così, senza paura lo si beve e ci si fa del male.
     Dalla bocca di Giobbe ascoltiamo queste parole: “beato l’uomo che è corretto da Dio: … perché egli ferisce e fascia la piaga, colpisce e la sua mano risana” (Gb 5,17s). Anche questo fa parte del ministero della Chiesa, dopo aver fatto piangere, deve accogliere. Gesù è il modello della Chiesa. Egli si lascia toccare, senza timore dalla donna peccatrice. E’ lì proprio per lei. Del resto il suo nome non è “Dio salva”? Dio è venuto per salvare, risanare, guarire.
     Questo è evangelo – buona notizia! Lodiamo Dio, perché la Chiesa è sempre stata e ancora è questa casa per tutti coloro che sono feriti e ammalati. Molti affermano il contrario, perché si fermano a giudicare le parole chiare che i pastori dicono. Pensano che siano parole di separazione, di chiusura, di giudizio, invece sono solamente quella parola, che vuole colpire il cuore in profondità, per far prendere coscienza e guarire; è”quel pungolo d’oro che ferisce l’anima per espellere da essa il veleno che la sta uccidendo.
     Certo che ci sono cristiani chiusi nel loro giudizio senza misericordia, ma essi sono ministri di se stessi – laici o chierici che siano -, non di Cristo Gesù Salvatore.
     Il mondo continua a essere ricco di cristiani trasparenti, che lasciano agire il Cristo in loro e, attraverso di loro, Dio continua a salvare quelli che piangono; non mancano però quelli  come il fariseo, che dentro, ma anche fuori dalla Chiesa, sanno solo vedere il peccato delle persone, senza desiderare profondamente la loro redenzione.
     “A te mio Signore, chiedo il dono delle lacrime. Continua a parlare al mio cuore; non fermarti, nemmeno quando te lo chiedo io, perché troppo affaticato. Donami anche la parola, che, pur non spezzando la canna incrinata, e senza spegnere lo stoppino dalla fiamma smorta, sa proclamare il tuo diritto con fermezza”.
    
 

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