ASSUNZIONE DI MARIA AL CIELO
Questa festa della Vergine Maria arriva
nel momento in cui la gente è più attenta e più impegnata a disimpegnarsi – non
per niente oggi tutti si augurano buon Ferragosto -, eppure Dio Padre, che non
è in vacanza, oggi ci riaffida realtà importantissime, che riguardano la Madre di
Dio, ma anche noi: non lasciamocele sfuggire.
Quando ci accostiamo a Maria, ricordiamo
che Dio non è lontano, ma si è fatto carne e continua a chiederci di incarnarsi
in noi. Egli desidera che, come san Paolo, possiamo arrivare a dire con gioia: “non vivo più io, ma Cristo vive in me”
(Gal 2,20). La contemplazione della Vergine Madre è un appello continuo a fare
spazio a Dio nella nostra carne e non solo
a frequentarLo saltuariamente, come se fosse semplicemente un conoscente. Maria
è il modello del credente, perché “ da parte
sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19), ma
soprattutto è la “scala da cui discese l’eterno”
(Inno Akhatistos); colei che ha dato la sua carne, affinché il Verbo si facesse
carne.
Il transito della Vergine Madre alla vita eterna
avviene, come per Cristo stesso, nell’esperienza della morte: "attraverso la morte, infatti, sei passata
alla vita, tu che hai partorito colui che è la vita. Tomba e morte non hanno
trattenuto la Madre di Dio …Quale madre della vita, alla vita l'ha trasferita
colui che nel suo grembo sempre vergine aveva preso dimora" (San
Giovanni Damasceno). La grande differenza con il Figlio è che, Egli è asceso al
cielo, mentre la Madre è Assunta: Lui è Dio, Lei è creatura.
Ecco allora che oggi contempliamo Maria
assunta in cielo dopo la sua morte e con lei contempliamo il nostro destino.
Altro che reincarnazione o amenità del genere. Non è vero che la nostra anima
sopravvive al nostro corpo e trasmigra in altri corpi - anche di animali -, per
purificarsi autonomamente dei propri peccati. Ognuno di noi è unico e
irripetibile. Noi non siamo un’anima più un corpo – quest’ultimo sarebbe
destinato al macero -, ma una realtà unica fatta di anima e corpo, destinata
nella sua totalità alla risurrezione, dono di Dio. Il nostro corpo è tempio di
Dio. Esso ci è stato donato da Dio stesso come parte integrante della nostra
personalità, veicolo di comunicazione e quindi di comunione tra le creature.
Senza il corpo noi semplicemente non esistiamo; se scompare il corpo,
scompariamo definitivamente anche noi.
Per Maria questo dono è stato immediato - scrive
san Giovanni Damasceno (650-749): “la
Vergine, la sola Madre di Dio, è trasferita all'eredità celeste. Accogli da noi
il canto per il tuo esodo, o madre del Dio vivente" e ancora: “tu, nella tua radiosa bellezza, hai preso
posto come sposa tutta immacolata presso colui che è re e Dio"- ,
mentre per noi sarà alla fine dei tempi, quando anche i nostri corpi, sebbene
misteriosamente trasformati, risorgeranno. Il destino dell’uomo è la
resurrezione: “Cristo è risorto dai
morti, primizia di coloro che sono morti … Come infatti in Adamo tutti muoiono,
così in Cristo tutti riceveranno la vita” (1Cor 15,20ss).
La visione di Maria allarga la nostra
speranza, perché in cielo la Vergine Madre, non dimentica le difficoltà del
cammino terrestre, che è ancora il nostro cammino e che è stato anche il suo.
Oggi la contempliamo nella gloria, oggi come non mai, sappiamo di poterla
invocare, interessandola alle pene, alle ansie, ai timori dei quali è intessuta
la nostra quotidiana esistenza.
L’Assunzione di Maria ci ricorda come Dio
guida la storia, attraverso chi è disponibile. L’umile Vergine ha esultato di
gioia, perché attraverso di Lei il “Dragone rosso” è schiacciato e vinto; non
da Lei, chiaramente, ma da suo Figlio, Dio incarnato. Senza Dio l’essere umano
è drammaticamente impotente e il “dragone” sarebbe destinato a vincere.
Infine Maria ci ricorda che questa nostra
terra, tanto bella, questa vita nella storia, non è l’approdo ultimo. La lotta
per vivere qui interra, troppe volte ci distoglie dal pensiero che siamo
destinata a qualcos’altro. Ella ci ridà la voglia e il coraggio di alzare lo
sguardo.
“O Maria, Madre del Signore e della
Chiesa, aiutaci a ripercorrere i tuoi passi, ad ascoltare la voce del Padre,
per diventare suoi umili servi. Accompagnaci quando la vita si fa faticosa e
vengono a mancarci le forze”.
Andrea, belle e soprattutto vere queste tue parole.Mara
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