BATTESIMO DEL SIGNORE
“Io
vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più
forte di me … egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la
pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà
la paglia con un fuoco inestinguibile» (Mt 2,11s). Queste parole sono
pronunciate da Giovanni Battista nel deserto; secondo lui, il Cristo viene per
“bruciare con un fuoco inestinguibile”.
“Fra
i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni Battista; ma il più
piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui” (Mt 11,11); così dice
Gesù. Egli, infatti, pur avendo avuto il privilegio di incontrare il Signore,
rimane un uomo dell’Antico Testamento.
Gesù però lo spiazza subito; invece di
arrivare con la pala per pulire l’aia e bruciare gli scarti, viene umilmente,
per farsi battezzare – Lui che non ne avrebbe assolutamente bisogno, essendo
senza peccato -.
Il
Battista rimane interdetto, tanto che, “voleva
impedirglielo”. Gesù, non corrisponde alle attese del Profeta; forse per
questo quando si troverà in prigione, manderà i suoi a interrogare Gesù, per
chiedergli: «Sei tu colui che deve venire
o dobbiamo aspettare un altro?» (Mt 11,3). Evidentemente, secondo il suo
modo di vedere, c’era qualcosa che non tornava.
Anche i grandi santi hanno faticato a
entrare nella logica di Dio, perché, come dice Lui tesso: “i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le
mie vie. Oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie
vie sovrastano le vostre vie,i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”
(Is 55,8s).
Forse Giovanni Battista ha dimenticato per
un attimo le bellissime parole di Dio riferite al suo servo, nel quale
riconosciamo Gesù: “Non griderà né alzerà
il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna
incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta” (Is 42,2s). Anche
noi, come Giobbe, spesso dobbiamo affermare: “(Signore) ti conoscevo per sentito dire”. Quante volte applichiamo a Dio delle
realtà che a Lui non appartengono nemmeno lontanamente!
Gesù è Colui che è venuto per aprire gli
occhi ai ciechi e far uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro
che abitano nelle tenebre. Egli ci mostra la vera identità di Dio: “Chi vede me, vede il Padre” e ci libera
da quelle immagini di Lui che, deformate, ci spaventano o appesantiscono la
nostra vita. Ricordate gli “amici” di Giobbe che, mentre lui soffriva come un
cane, non facevano altro che cercare di convincerlo che tutto questo era frutto
della sua colpa, avendo offeso in qualche modo Dio?
In realtà Dio non si è incarnato per
distruggere, ma per liberare. Egli non ha timore di lasciare crescere insieme
il grano e la zizzania, perché sa che essi, spesso, crescono insieme nella
stessa persona e, strappare l’uno, significa, rischiare di strappare anche
l’altro. Il proverbio direbbe, che si rischia di “buttare via il bambino con
l’acqua sporca”. Dio non lascia nulla d’intentato per salvarci, per guarirci.
Ovviamente noi abbiamo la libertà di
lasciarci liberare oppure di ostinarci a rifiutare il Suo aiuto. Chi
rifiuterebbe di essere guarito, pur avendo trovato il medico e la cura per la
propria malattia mortale?
O Dio e Signore di tutte le cose,
che hai potere su
ogni vita e su ogni anima,
tu solo puoi
guarirmi:
ascolta dunque la
preghiera di me infelice.
Per intervento del
tuo divino Spirito
fa’ morire e
scomparire
il serpente che si
nasconde in me...
Concedi, Signore,
l’umiltà di cuore e
pensieri convenienti
a un peccatore deciso
di ritornare a te.
…
Tu, o Signore, sai
che voglio essere salvato,
anche se il mio …
tenore di vita
mi è di ostacolo;
ma a te, Signore, è
possibile
tutto ciò che è
impossibile ai mortali (Simeone il Nuovo Teologo).
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