III
DOMENICA QUARESIMA
“Il Signore rende
sicuri i passi dell’uomo e si compiace della sua via. Se egli cade,
non rimane a terra, perché il Signore sostiene la sua mano” (Salmo
37, 23s). Oggi vediamo realizzate queste parole. Gesù non
incontra per caso la Samaritana; è andato lì apposta per
incontrarla e rialzarla.
E' stanco, non solo per il cammino e il
caldo soffocante, ma proprio perché Lui è il Pastore Buono in cerca
della pecora smarrita, che
instancabilmente cammina per le strade del mondo.
In
quella donna riconosciamo tutti coloro che per una qualche ragione si
sono persi. Gesù bussa a
ogni porta e dice: “Sto
alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la
porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap
3,20).
Grazie
Signore, perché mai ci abbandoni, girandoci le spalle scandalizzato,
nonostante le nostre lentezze o i rifiuti. Grazie perché continui a
cercarci e non
hai paura della fatica. Ancora
una volta ti diciamo: “Mi sono perso come pecora
smarrita; cerca il tuo servo” (Salmo
119,176).
Quando
Dio ci trova, non dice: “Continua
pure a vagare disorientato; mangia il pane che non
sazia e bevi acqua avvelenata”,
tutt'altro: ci vuole sani e liberi. Solo
il diavolo continua a offrirci frutti belli fuori, ma pieni di veleno
mortale.
Sono
altamente illuminati le parole di papa Francesco: “Misericordia
significa né manica larga né rigidità. Ritorniamo al sacramento
della Riconciliazione. … Né il lassista né il rigorista rende
testimonianza a Gesù Cristo, perché né l’uno né l’altro si fa
carico della persona che incontra. Il rigorista si lava le mani:
infatti la inchioda alla legge intesa in modo freddo e rigido; il
lassista invece si lava le mani: solo apparentemente è
misericordioso, ma in realtà non prende sul serio il problema di
quella coscienza, minimizzando il peccato. La vera misericordia si fa
carico della persona, la ascolta attentamente, si accosta con
rispetto e con verità alla sua situazione, e la accompagna nel
cammino della riconciliazione. E questo è faticoso! Sì, certamente!
Il sacerdote veramente misericordioso si comporta come il Buon
Samaritano… ma perché lo fa? Perché il suo cuore è capace di
compassione, è il cuore di Cristo!”. ... La
misericordia invece accompagna il cammino della santità, la
accompagna e la fa crescere…”.
Alla
Samaritana, Gesù non dice: “Sei
una donna corrotta e scandalosa!”,
ma con delicatezza la fa crescere, l'aiuta a guardarsi dentro a dare
un nome al peccato che la abita. Lei stessa arriva a gridare: “Venite
a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto”
(Gv 4,29). Non è offesa o
arrabbiata, semplicemente stupita.
Perché
l'ha accostata Gesù? Per offrirle da bere. Non però l'acqua del
pozzo, ma quell'”acqua viva” che,
chi la beve, “non avrà più sete in eterno” (4,14).
Il Signore sa che l'essere umano soffre, perché “ha
abbandonato (la) sorgente
di acqua viva; e si è scavato cisterne piene di crepe, che non
trattengono l'acqua” (Ger
2,13), per questo
Geremia grida: “E ora perché corri verso l'Egitto a bere
l'acqua del Nilo? Perché corri verso l'Assiria a bere l'acqua
dell'Eufrate?” (Ger 2,18). E'
la tentazione di tutti i tempi, anche dei nostri, cercare di
dissetarsi a ogni fonte, tranne all'unica capace di sanare la nostra
sete.
Oggi
Gesù è qui, vicino a ciascuno di noi e dice: «Se
qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la
Scrittura: Dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva» (Gv
7,37s). E' come se dicesse:
“Tu che hai
sete di pace, di bene, di bellezza, di gioia, d'amore, di perdono, di
verità … vieni,
lasciati raggiungere
e torna a casa con me. Non
avere paura, non sono qui per sgridarti né per punirti, ma solo per
salvarti”.
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