PASQUA
“Gesù in persona si
avvicinò e camminava con loro” (Gv
24,15). Come è possibile se è morto da tre giorni? E'
possibile nello stesso modo in cui si avvicina a noi adesso, pur
essendo morto da oltre duemila anni. Cristo è sempre
vivo, perché Cristo è risorto!
I
fratelli ortodossi nei giorni della Pasqua si salutano dicendo:
“Χριστός ἀνέστη” - Cristo è risorto - e la
risposta è: “Ἀληθῶς ἀνέστη!” - E' veramente
risorto -.
E'
necessario ribadirlo? Forse non sappiamo che Cristo è risorto?
Perché i sacerdoti dicono
sempre le stesso cose? Dicono
i latini: “repetita
iuvant" - le cose
ripetute aiutano -, soprattutto nel nostro tempo caratterizzato da
tanta confusione e superficialità spirituale. Lo
stesso san Paolo dovette mettere i puntini sulle i: “Ora,
se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire
alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? Se non vi è
risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è
risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la
vostra fede. … Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è
risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi
siete ancora nei vostri peccati. … Se noi abbiamo avuto speranza in
Cristo soltanto per questa vita, siamo da commiserare più di tutti
gli uomini” (1 Cor 15,12ss).
Il
destino di Gesù è il nostro: “Cristo è risorto dai
morti, primizia di coloro che sono morti. … in Cristo tutti
riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è
la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo”
(15,20s). Quindi, né
reincarnazione né salto nel vuoto, ma resurrezione,vita eterna alla
presenza di Dio o definitivamente
lontani da Lui.
Questa
è la Pasqua; ci è stata donata la vita eterna, ci è stata
insegnata anche la via per raggiungerla e
il Pastore che ci accompagna nel cammino, altrimenti rischieremmo di
stancarci o di lasciarci catturare dai predatori.
Se
ci avete fatto caso, dopo che Gesù ha affiancato i discepoli tristi
e incapaci di vedere, ha fatto con loro, ciò che fa con noi ogni
Domenica: “Cominciando da Mosè e da tutti i profeti,
spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui” e
“Prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzo e lo
diede loro” (Gv 24,30).
Pensare che qualcuno non
ascolta le letture della liturgia o che arriva quando sono a metà.
Sai cosa fai?
A
volte dimentichiamo che la Messa domenicale è proprio questo: un
incontro con il Cristo che mi attende, per affiancarsi a me e
camminare con me; per aprirmi gli occhi, affinché possa vedere.
Quante
volte Gesù Cristo è con noi e, noi non lo riconosciamo.
Come
vorremmo Signore, che anche i nostri occhi si aprissero ogni volta
che il sacerdote spezza il pane! Come vorremmo tornare a casa dalla
chiesa con il cuore che arde, perché ha incontrato e visto Te!
Concordo
con Dietrich Bonhoeffer, quando scrive: “Certo,
crediamo anche noi che tutt’altra
gente ascolterebbe la Parola e ben altri si allontanerebbero da essa,
se Gesù stesso, se nel sermone, Gesù solo fosse in mezzo a noi con
la sua Parola. … Non è certo solo colpa degli altri se la nostra
predicazione, che senz’altro vuol essere solo annunzio di Cristo,
appare loro dura e difficile, perché è farcita di formule e
concetti a loro estranei” (Sequela).
Nel contempo però, faccio mie anche le altre parole di Bonhoeffer,
quando afferma: “La
grazia a buon prezzo è
il nemico mortale della nostra Chiesa” e
poco dopo spiega cosa intende per grazia a buon prezzo:
“Grazia
a buon prezzo è
grazia considerata materiale da scarto, perdono sprecato,
consolazione sprecata, sacramento sprecato; grazia considerata
magazzino inesauribile della Chiesa, da cui si dispensano i beni a
piene mani, a cuor leggero, senza limiti; grazia senza prezzo, senza
spese”. Sostanzialmente
consiste nel vivere la fede, senza nessun impegno, passione, vivendo
in maniera passiva dei riti di cui si comprende poco e non
consentendo a essi di lasciare un segno forte nella vita concreta.
Fare
la Pasqua, significa avere davanti agli occhi il Cristo, Colui che ha
dato tutto, non tenendo per sé. Fare Pasqua è lasciare che il fuoco
dello Spirito invada il nostro spirito, facendo di noi creature
“luminose” e “salate”, capaci di fare luce e dare sapore.
Nessun commento:
Posta un commento