«Un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano.
Coltivavano un onore, assoluto, come si addice a un onore. La gamba di
una sedia doveva essere ben fatta. Era naturale, era inteso. Era un
primato. Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in modo
proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta per il padrone, né
per gli intenditori, né per i clienti del padrone. Doveva essere ben
fatta di per sé,
in sé, nella sua stessa natura. Una tradizione venuta,
risalita da profondo della razza, una storia, un assoluto, un onore
esigevano che quella gamba di sedia fosse ben fatta. E ogni parte della
sedia fosse ben fatta. E ogni parte della sedia che non si vedeva era
lavorata con la medesima perfezione delle parti che si vedevano. Secondo
lo stesso principio delle cattedrali. E sono solo io — io ormai così
imbastardito — a farla adesso tanto lunga. Per loro, in loro non c’era
neppure l’ombra di una riflessione. Il lavoro stava là. Si lavorava
bene. Non si trattava di essere visti o di non essere visti. Era il
lavoro in sé che doveva essere ben fatto».
Charles Peguy
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