XVI DOMENICA T.O.
Dio continua a seminare in noi, anche
quando sembra essere inutile, perché sa che siamo terra buona; per Lui, “mille anni sono come il giorno di ieri che è
passato” (Salmo 90,4) e non siamo mai in ritardo, quando lasciamo germinare
il Suo dono. Tutto ciò però non dove spingerci al disimpegno, infatti scrive
san Paolo: “disprezzi la ricchezza della
sua bontà, della sua clemenza e della sua magnanimità, senza riconoscere che la
bontà di Dio ti spinge alla conversione… Dio, … renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro
che, perseverando nelle opere di bene, cercano gloria, onore, incorruttibilità;
ira e sdegno contro coloro che, per ribellione, disobbediscono alla verità e
obbediscono all’ingiustizia” (Rm 2,4-8). La promessa di Dio invece deve
aiutarci a non perdere mai la speranza; mai dobbiamo dubitare della
misericordia divina. Per darci conferma di questo, il Signore ci ha donato il
sacramento della Riconciliazione. Scrive sant’Efrem: “Anche se c’è un solo Battesimo per sbiancare le macchie, ci sono ancora
due occhi che, riempiti di lacrime, procurano un fonte battesimale per le
membra del Corpo. Poiché il Creatore sapeva bene in anticipo che i peccati si
moltiplicano in noi di continuo, e sebbene ci sia un unico Battesimo, stabilì
due fonti (gli occhi) che danno l’assoluzione”.
Il ladrone pentito, gli operai
dell’ultima ora sono la conferma della promessa divina.
Egli sa bene che in noi coesistono il
grano e la zizzania; conosce bene i nostri pensieri e le nostre azioni, infatti
“tutto è nudo e scoperto agli occhi di
colui al quale noi dobbiamo rendere conto” (Eb 4,13), ma, come direbbe la
tradizione popolare, non vuole “buttare via il bambino con l’acqua sporca”. Finché
siamo in vita, non lascia nulla di intentato al fine di raggiungerci e
risanarci. Sal Paolo ha capito molto bene questo, perciò scrive: “mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a
ogni costo qualcuno” (1Cor 9,22). Questa è la logica scandalosa di Dio.
L’opera di Dio
però ha un nemico implacabile e instancabile: il maligno. Qualcuno nega, spudoratamente
anche all’interno della Chiesa, non solo la sua azione, ma addirittura la sua
esistenza, ma la fede della Chiesa dichiara esplicitamente: “La Scrittura e la Tradizione della Chiesa
vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato Satana o diavolo. La Chiesa
insegna che all'inizio era un angelo buono, creato da Dio. "Diabolus enim
et alii dÍmones a Deo quidem natura creati sunt boni, sed ipsi per se facti
sunt mali - Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio
naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi … La
Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama "omicida
fin dal principio", e che ha
perfino tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre (CCC 391; 394 ).
Egli e i suoi seguaci hanno come unico
scopo rovinare gli esseri umani: “Il
vostro nemico, il diavolo, come leone
ruggente va in giro cercando chi divorare” (1Pt 5,8).
Oggi Gesù ci
mostra un suo modo di agire: il camuffamento. La zizzania infatti è all’occhio
inesperto, molto simile al grano, però è solo apparenza. Egli non fa altro che
mascherare il male, dandogli una parvenza di bene. Ci odia, ma sa che siamo
sufficientemente sani per non cedere alle sue richieste troppo esplicite.
Inoltre attende che dormiamo, quando non siamo vigilanti, quando siamo deboli e
meno reattivi. Pensate alle diaboliche dittature del passato, spesso andavano
ad arrestare le loro vittime proprio di notte, quando nessuno vedeva ed erano
incapaci di reagire. “Dio è luce e in lui non c’è tenebra alcuna”
(1Gv 1,5), al contrario il maligno agisce sempre nella tenebra.
“La potenza di Satana però non è infinita.
Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma
pur sempre una creatura: non può impedire l'edificazione del Regno di Dio. Sebbene
Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo Regno in Cristo Gesù, e
sebbene la sua azione causi gravi … per ogni uomo e per la società, questa azione
è permessa dalla divina Provvidenza, la quale guida la storia dell'uomo e del
mondo con forza e dolcezza” (CCC 395).
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