Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 13 dicembre 2014

Guardandomi, non sia io a essere visto, ma tu in me.



III AVVENTO

  Tu chi sei?” (Gv 1,19), chiedono a Giovanni Battista, gli inviati da Gerusalemme. Egli è “un uomo mandato da Dio … per dare testimonianza alla luce” (1,7s). Giovanni Battista ha una vocazione: essere l’annunciatore di Gesù Cristo; egli sa di essere a servizio del Messia; di dover fare e poi scomparire – “Lui deve crescere; io, invece, diminuire” (3,30) -. Potremmo definire il Battista, patrono dei
santi nascosti, silenziosi, di coloro che costruiscono il regno di Dio, senza che nessuno se ne accorga; sono quelli che non finiranno mai sugli altari, se non in cielo, dove agli occhi di Dio la  loro bellezza è evidente. Sono quelli ai quali Dio Padre dirà: “Bene, servo buono e fedele … sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto” (Mt 25,21).
    Egli è anche il patrono di chi non vive la fede come ricerca di sé, del proprio benessere, ma  come amore per il Signore, tanto da fare la Sua volontà e non la propria. Il Battista era certamente un uomo rude, eppure incanta la sua umiltà, tutte le sue parole non cercano che di togliere l’attenzione da sé, per orientarla su Cristo “la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (1,9). Egli non è al centro della sua relazione con Dio.



     Gesù, aiutami a diffondere ovunque
il tuo profumo, ovunque io passi.
Inonda la mia anima del tuo Spirito
e della tua vita.
Invadimi completamente e
fatti maestro di tutto il mio essere
perché la mia vita
sia un'emanazione della tua.

Illumina servendoti di me
e prendi possesso di me a tal punto
che ogni persona che accosto
possa sentire la tua presenza in me.
Guardandomi, non sia io a essere visto,
ma tu in me.

Rimani in me.
Allora risplenderò del tuo splendore
e potrò fare da luce per gli altri.
Ma questa luce avrà la sua sorgente
unicamente in te, Gesù,
e non ne verrà da me
neppure il più piccolo raggio:
sarai tu a illuminare gli altri
servendoti di me.

Suggeriscimi la lode che più ti è gradita,
che illumini gli altri attorno a me:
io non predichi a parole
ma con l'esempio,
attraverso lo slancio delle mie azioni,
con lo sfolgorare visibile dell'amore
che il mio cuore riceve da te.

(Beato card. J. H. Newman)


     Mi è capitato di notare come, anche mentre celebro l’Eucaristia, ci siano persone che entrano in chiesa e, senza nemmeno farsi un segno di croce, si fiondano davanti alle cappelle dei santi. Oramai non dovrei farci più caso, invece, ogni volta mi stupisco. I Santi canonizzati dalla Chiesa, tutti, come il Battista ci dicono: “Io non sono il Cristo; io sono solo, voce di uno che grida: Accogliete il Salvatore; Colui al quale non sono degno di slegare il laccio del sandalo. Non fermarti a me, perché non sono io che posso fasciare le piaghe del tuo cuore spezzato che, ti porta fuori dalla tua prigione. Io ho scoperto l’Unico che può fare questo e ti dico: rivolgiti al Cristo”.
     Scrive Isaia: “Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio” (Is 61,10), ecco perché i santi sono creature gioiose, pur nelle grandi difficoltà delle loro esistenze; essi hanno saputo mettersi da parte, per lasciare spazio a Dio, così Lui li ha rivestiti delle vesti della salvezza, li ha avvolti con il mantello della giustizia.
    

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