IV DOM. T.O.
“Così
molti si coprono di alcune azioni esteriori, … e la gente crede che si tratti
di persone veramente … spirituali; ma se vai a guardar bene, scopri che sono
soltanto fantocci e fantasmi di devozione” (S. Francesco di Sales, Filotea I)
; con le parole di san
Francesco di Sales ho concluso l’omelia domenica scorsa e così riprendo, perché
mi pare si accordino bene con quanto Gesù ci vuole dire oggi.
Il Signore entra in una sinagoga, luogo
dove si ascolta e si commenta la parola di Dio, la Torah, custodita nell’”aron”
– armadio sacro -; stupisce di trovare proprio in un luogo del genere “un uomo posseduto da uno spirito impuro”,
espressione ebraica che indica il demonio.
Satana dovrebbe avere orrore di entrare in contatto con ciò che è sacro, a meno
che vi sia solo una parvenza di sacro.
Gesù stupisce i suoi ascoltatori, perché
non insegna come gli scribi, cioè non è uno che ripete parole e tradizioni di
altri, ma comunica parole proprie e le sue parole sono efficaci, operano ciò
che dice. Possiamo paragonare gli scribi a dei canali che trasportano l’acqua
di una sorgente, mentre Gesù è la Sorgente. Ciò che dice e fa, evidentemente,
tocca in profondità la vita di chi lo ascolta, propone una parola che non si
accontenta di sfiorare l’esterno delle persone, ma che vuole scavarle interiormente
nei pensieri e nei sentimenti per
generare una mentalità nuova ; quella di Gesù è una parola di fuoco.
Ecco perché lo spirito immondo grida “sei venuto a rovinarci” (Mc 1,24); ha capito benissimo che il
Signore non permetterà più una spiritualità disincarnata, che consenta la
convivenza di luce e tenebra; già il profeta Isaia aveva gridato a nome di Dio:
«Perché mi offrite i vostri sacrifici
senza numero? … Quando venite a presentarvi a me, chi richiede a voi questo … ?
Smettete di presentare offerte inutili; … Io detesto i vostri noviluni e le
vostre feste; per me sono un peso, sono stanco di sopportarli. Quando stendete
le mani, io distolgo gli occhi da voi. Anche se moltiplicaste le preghiere, io
non ascolterei …. Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male
delle vostre azioni. Cessate di fare il male, imparate a fare il bene” (Is
1,11ss). Rischiamo di cadere nella violazione del comandamento, che ci vieta di
nominare invano il nome di Dio: “questo popolo si avvicina a me solo a parole e mi onora con
le labbra, mentre il suo cuore è lontano da me” (Is 29,13).
Ebbene si, il diavolo non ha paura della
religione, non gli danno fastidio i riti e le preghiere – possono essere anche
molto lunghi e solenni -, finché questi lasciano l’essere umano com’è e non
incidono sulla sua esistenza concreta. Per lui si può benissimo recitare il
Rosario, basta che poi si rimanga infedeli al proprio coniuge; si può andare a
Messa, basta che poi si accolgano con favore aborto, eutanasia, divorzio,
matrimonio tra chiunque lo desideri; maternità surrogata; abusi nei confronti
dei propri dipendenti; corruzione; disonestà ecc … Il maligno accetta la
religione, se consente la sopravvivenza della tenebra.
Dove arriva Gesù invece niente può rimanere indifferente; se incontra il maligno
gli ordina di tacere e di andarsene.
Signore mio Dio, tu sei bellezza: aiutami
a riconoscere in me ciò che a te non piace e
a combatterlo; che io non sia mai un “fantoccio” o un “fantasma di
devozione”, cioè uno che si accontenta di una religiosità che non tocca la radice
più profonda. A Te non dico: “Sei venuto a rovinarci”, ma sei venuto a
salvarci. Continua Signore a venire nelle nostre case e nelle nostre chiese a
provocarci.
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