Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 14 febbraio 2015

Almeno Tu hai compassione



VI DO. T.O.

     “Chi vede me, vede colui che mi ha mandato” (Gv 12,45). Ci siamo talmente abituati a Gesù, alle Sue parole che, a volte, facciamo fatica a riconoscere quanto è dirompente il Suo Vangelo e quanto è bello il volto di Dio, che solo Lui ci mostra.
     Il lebbroso colpito da piaghe, porterà vesti strappate e il capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro! Impuro!. Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà fuori dall’accampamento” (Lv 1345s). Innanzitutto quando la Bibbia parla di lebbra, non intende solamente il morbo di Hansen, ma ogni malattia della pelle. Quello che è più importante, però, è che queste malattie, erano considerate manifestazioni esteriori del peccato, quasi un marchio di infamia impresso da Dio nella carne del peccatore.
     Il malato veniva radicalmente emarginato dal contesto sociale e toccava al sacerdote la dichiarazione di impurità, come anche la riammissione in caso di guarigione.
     Proviamo a guardare Dio che emerge in trasparenza da questa situazione: Dio emargina e segna visibilmente il peccatore, affinché tutti possano evitarlo. E’ come la stella gialla che portavano gli ebrei durante la barbarie nazista o il marchio sulla carne degli schiavi, come le bestie o la “lettera scarlatta” dell’adultera nel celebre romanzo di Hawthorne; è lo stesso meccanismo che applicano in mezzi di comunicazione, quando trovano una vittima da buttare in pasto al pubblico.
     Considerando che il primo e fondamentale comandamento è: “Amerai il Signore Dio tuo, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le tue forze”, è chiaro che un Dio così, è un po’ difficile da amare.
     Ecco allora perché l’episodio evangelico di oggi e “buona e bella notizia”. La prima reazione di Gesù davanti a quest’uomo ammalato ed emarginato è la compassione. Il verbo greco     splagchnizomai indica lo sconvolgimento interno delle viscere (splachna), considerate la sede dei sentimenti. Come è diverso il volto di Dio. Gesù non si accontenta di una emozione interiore, ma ci insegna che, la compassione, quando è autentica, porta all’azione. Egli infatti compie un gesto impensabile: tocca il malato. Dio per prima cosa, riporta la persona dentro il mondo delle relazioni, riporta dentro l’emarginato; riduce la distanza voluta dagli uomini.
     Non illudiamoci, Dio non ama il peccato; non lo vuole e lo combatte, per questo dobbiamo smettere di parlare di una misericordia divina che consente tranquillamente di stare nel peccato. E’ altrettanto certo, però, che Dio ama ogni persona, nonostante il peccato personale. Dio non vuole emarginare, Dio vuole guarire.
     In questo senso ritorna molto attuale la definizione della Chiesa, come “ospedale da campo”, detta da papa Francesco. L’ospedale è un luogo dove prima di tutto si accoglie, non si guarda se chi arriva è amico o nemico, tutti hanno il diritto di essere ricevuti e curati. La Chiesa è questo luogo di cura, perché il Suo Signore vuole questo. La Chiesa è il luogo della compassione autentica e, dove le persone possono lasciarsi toccare.
     Io credo che, nonostante i nostri peccati di uomini e donne di Chiesa, non c’è dubbio che rimaniamo per tanti, se non per tutti, uno spazio straordinario di compassione. Laddove c’è un cristiano o una comunità che emargina, stigmatizza, esclude, forse il Signore non è riuscito a mostrare il Suo volto e a incidere nei cuori.



Signore, fammi buon amico di tutti,
fa' che la mia persona ispiri fiducia:
a chi soffre e si lamenta,
a chi cerca luce lontano da te,
a chi vorrebbe cominciare e non sa come,
a chi vorrebbe confidarsi
e non se ne sente capace.
Signore aiutami,
perchè non passi accanto a
nessuno
con il volto indifferente,
con il cuore chiuso,
con il passo affrettato.
Signore aiutami, ad accorgermi subito:
di quelli che mi stanno accanto,
di quelli che sono preoccupati
e disorientati,
di quelli che soffrono senza mostrarlo,
di quelli che si sentono isolati
senza volerlo.
Signore,
dammi una sensibilità che sappia
andare incontro ai cuori.
Signore, liberami dall'egoismo,
perché Ti possa servire,
perché Ti possa amare,
perché Ti possa ascoltare
in ogni fratello
che mi fai incontrare.




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