IVDOM. AVV.
Come “la parola di Dio venne su
Giovanni … nel deserto (ed) egli
percorse tutta la regione … predicando” (Lc 3,2-3), così Maria Vergine,
dopo il dialogo con l’arcangelo “si alzò
e andò in fretta verso la regione montuosa …” (1,39); la Parola di Dio ci
porta fuori dai nostri progetti,
dalle nostre staticità, dagli orizzonti troppo
limitati. Il Signore ha un progetto e conosce le nostre potenzialità, mentre
noi non sempre ne siamo consapevoli e, per di più, siamo condizionati, se non
bloccati, dalle paure. E’ Lui che può dirci: “Non temere …” e spingerci ad andare con fiducia.
La Parola, non è un messaggio generico, ma un dialogo personale tra Dio
e ognuno di noi; è un appello che chiede risposta. Essa ci spinge a diventare cristofori, ossia “portatori di Cristo”,
cioè di Colui che il potere di far danzare di gioia il mondo.
L’incontro tra Maria ed Elisabetta vede una esplosione di bellezza; la
parola di saluto della Madonna è “efficace”, perché Maria porta nella Sua carne
Gesù stesso, Dio che si fa vicino all’uomo.
Papa Francesco ama parlare dei pastori che hanno addosso l’odore delle
pecore, felice espressione per dire come un vero pastore deve mescolare la sua
esistenza con gli uomini e le donne che gli sono stati affidati, senza avere
paura e senza stancarsi. Il pastore, però, così come ogni cristiano, deve portare con sé
un profumo molto più importante, quello di Cristo: “Siano rese grazie a Dio, il quale sempre ci fa partecipare al suo
trionfo in Cristo e diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua
conoscenza! Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo per quelli che
si salvano e per quelli che si perdono” (2Cor 2,14s). Senza questo profumo
rischiamo solamente di scambiarci i nostri odori. Maria, se mi può passare il
termine, profuma di Cristo ed è questo che fa esultare Giovanni Battista. Come
è bello quando il Signore ci concede di incontrare una persona così; quali
segni costoro riescono a lasciare nella nostra vita! Io rendo grazie a Dio,
perché nella mia storia mi ha fatto incontrare sacerdoti, frati, suore e laici
che costituiscono come delle pietre miliari per il mio cammino, grazie al loro
rapporto speciale con il Cristo.
Quando una persona “profuma di Cristo”, prima o poi, inevitabilmente,
troverà su di sé anche l’odore delle pecore, perché dove giunge Gesù Cristo,
non ci si può chiudere, ma si è inevitabilmente inviati con gli altri e per gli
altri.
Oso dirlo: oggi abbiamo bisogno uomini e donne che profumino di Cristo.
Come si acquisisce questo? Stando con Lui; frequentandolo assiduamente,
non da lontano, ma con un contatto quasi fisico.
Molte volte ho descritto la struttura architettonica del Tempio di Gerusalemme,
attraverso la quale veniva mostrava una certa visione di Dio per Israele. Il
Tempio vero e proprio era al cuore di una serie di recinti e sbarramenti che,
di fatto, tenevano lontano da Dio la quasi totalità degli uomini; solo il Sommo
sacerdote e solo una volta all’anno poteva accedere alla cella più interna,
luogo che era tradizionalmente considerato il punto di congiunzione tra il
cielo e la terra, tra Dio e gli uomini.
Era Dio a voler tenere lontani gli uomini per paura di contaminarsi o
erano gli uomini a tenersi lontani da Lui?
Vedere Maria che corre verso Elisabetta, ci mostra l’ansia di Dio di
raggiungerci, di uscire dalle mura di separazione. Dio non ha paura di
incontrarci, la nostra povertà non lo
spaventa, anzi, Lo attrae. E’ Lui che viene in casa nostra, ha bisogno
solamente che la porta si aperta e di qualcuno che lo “accompagni”.
Vieni Signore in casa mia; trova qualcuno che sia disponibile a venire
con Te e a bussare per Te alla mia porta; fa che mi porti il Tuo profumo.
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