BATTESIMO DEL SIGNORE
“Il popolo era in attesa” (Lc
3,15). Giovanni avrebbe potuto approfittare
della situazione favorevole: tanta
gente lo aveva raggiunto alle rive del Giordano, dopo avere lasciato le
occupazioni abituali in cerca di parole nuove, di un modo diverso di vivere la
fede; egli corrispondeva alle attese delle persone, perché sembrava essere il
Messia forte, capace di rivoluzionare il mondo.
Con una sola frase – “Sono io” -, avrebbe potuto ingannare molti. Del
resto non è difficile ingannare le masse, basta gridare più forte e saper
vendere bene il proprio prodotto; una volta partiti i primi, gli altri gli
corrono dietro. Per questo rimane sempre attuale e urgente ciò che diceva Seneca:
“Non c'è dunque nulla di peggio che
seguire, come fanno le pecore, il gregge di coloro che ci precedono, perché
essi ci portano non dove dobbiamo arrivare, ma dove vanno tutti” (La felicità, I).
Ebbene, Giovanni, invece di prendersi un posto che non gli spetta,
proprio perché è un profeta, uno che viene da Dio, si affretta a spostare
l’attenzione da sé. Non lascia alcun dubbio ai suoi ascoltatori e, senza sé e
senza ma, manifesta di essere solo un apripista. Del resto questo non ci
meraviglia, perché è l’atteggiamento tipico dei Santi che, non vogliono fare
ombra a Dio; non vogliono stare al centro; non vogliono che si parli di sé, ma
di Cristo. Giovanni è esplicito: “Lui
deve crescere; io, invece, diminuire” (Gv 3,30).
Credo che, sotto sotto, la situazione del nostro tempo non sia molto
dissimile a quella dei tempi di Giovanni; abbiamo ancora bisogno di incontri
che riescano a segnarci; abbiamo fame e sete di una fede capace di farci vivere
in modo nuovo e di generare un mondo nuovo. L’unica, ma sostanziale differenza
è che noi, oggi, sappiamo che Cristo è l’unica risposta; Gesù non è una delle
tante possibili manifestazioni di Dio; non è una divinità tra le altre. Come
scrive Isaia: “Ecco il vostro Dio! Ecco
il Signore viene con potenza” (Is 40, 9).
Signore, mandaci uomini e donne che ci indichino Te; che ci parlino di
Te; abbiamo bisogno di qualcuno che, senza farti ombra, ci dica: “Non sono io
il Cristo; non dovete fermarvi a me, ma dovete andare a Lui, perché solo Lui è
il sole che sorge; solo Lui è la luce che illumina le tenebre; solo Lui è il
pane vivo disceso dal cielo; solo Lui è la parola definitiva di Dio per ognuno
di noi; solo Lui è la via, la verità e la vita”. Scrive il grande Benedetto
XVI: “Gli uomini quando s’accorgono che
uno parla nel proprio nome e attingendo
sol da sé, allora intuiscono che è tropo poco e che egli non può essere ciò che
stanno cercando. Laddove però risuona in una persona un’altra voce … del Padre,
si apre la porta delle relazione che l’uomo aspetta.
Al Giordano Gesù continua le sue epifanie: la prima ai pastori; la
seconda ai Magi, rappresentanti del mondo pagano; oggi tocca a Israele, al
popolo primogenito, prediletto, scelto da Dio per essere il portatore a tutti
della salvezza. Da Israele Dio ha fatto nascere il Messia, affinché il Vangelo
raggiungesse ogni uomo, perché Dio vuole salvare ogni uomo.
Sono tre le voci che abbiamo ascoltato oggi:
-
quella
di Giovanni, che ci ha indicato Cristo;
-
quella
del Padre, che ha confermato Giovanni; Gesù è il Figlio, Colui che si è
incarnato per liberare tutti;
-
quella
di Isaia, che ci sprona ad accogliere Dio che viene, abbattendo tutto ciò che
può ostacolarLo.
Manda il tuo Spirito o Padre, perché ci aiuti a spianare la strada al
Signore che viene; da soli non ne siamo capaci. Sentiamo profondamente vere le
parole del Salmo: “Se il Signore non
costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori; se la città non è
custodita dal Signore, invano veglia il custode”.
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