Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 9 gennaio 2016

Solo Cristo basta



BATTESIMO DEL SIGNORE

     Il popolo era in attesa” (Lc 3,15). Giovanni avrebbe potuto approfittare
della situazione favorevole: tanta gente lo aveva raggiunto alle rive del Giordano, dopo avere lasciato le occupazioni abituali in cerca di parole nuove, di un modo diverso di vivere la fede; egli corrispondeva alle attese delle persone, perché sembrava essere il Messia forte, capace di rivoluzionare il mondo.
     Con una sola frase – “Sono io” -, avrebbe potuto ingannare molti. Del resto non è difficile ingannare le masse, basta gridare più forte e saper vendere bene il proprio prodotto; una volta partiti i primi, gli altri gli corrono dietro. Per questo rimane sempre attuale e urgente ciò che diceva Seneca: “Non c'è dunque nulla di peggio che seguire, come fanno le pecore, il gregge di coloro che ci precedono, perché essi ci portano non dove dobbiamo arrivare, ma dove vanno tutti” (La felicità, I).
     Ebbene, Giovanni, invece di prendersi un posto che non gli spetta, proprio perché è un profeta, uno che viene da Dio, si affretta a spostare l’attenzione da sé. Non lascia alcun dubbio ai suoi ascoltatori e, senza sé e senza ma, manifesta di essere solo un apripista. Del resto questo non ci meraviglia, perché è l’atteggiamento tipico dei Santi che, non vogliono fare ombra a Dio; non vogliono stare al centro; non vogliono che si parli di sé, ma di Cristo. Giovanni è esplicito: “Lui deve crescere; io, invece, diminuire” (Gv 3,30).
     Credo che, sotto sotto, la situazione del nostro tempo non sia molto dissimile a quella dei tempi di Giovanni; abbiamo ancora bisogno di incontri che riescano a segnarci; abbiamo fame e sete di una fede capace di farci vivere in modo nuovo e di generare un mondo nuovo. L’unica, ma sostanziale differenza è che noi, oggi, sappiamo che Cristo è l’unica risposta; Gesù non è una delle tante possibili manifestazioni di Dio; non è una divinità tra le altre. Come scrive Isaia: “Ecco il vostro Dio! Ecco il Signore viene con potenza” (Is 40, 9).
     Signore, mandaci uomini e donne che ci indichino Te; che ci parlino di Te; abbiamo bisogno di qualcuno che, senza farti ombra, ci dica: “Non sono io il Cristo; non dovete fermarvi a me, ma dovete andare a Lui, perché solo Lui è il sole che sorge; solo Lui è la luce che illumina le tenebre; solo Lui è il pane vivo disceso dal cielo; solo Lui è la parola definitiva di Dio per ognuno di noi; solo Lui è la via, la verità e la vita”. Scrive il grande Benedetto XVI: “Gli uomini quando s’accorgono che uno  parla nel proprio nome e attingendo sol da sé, allora intuiscono che è tropo poco e che egli non può essere ciò che stanno cercando. Laddove però risuona in una persona un’altra voce … del Padre, si apre la porta delle relazione che l’uomo aspetta.
     Al Giordano Gesù continua le sue epifanie: la prima ai pastori; la seconda ai Magi, rappresentanti del mondo pagano; oggi tocca a Israele, al popolo primogenito, prediletto, scelto da Dio per essere il portatore a tutti della salvezza. Da Israele Dio ha fatto nascere il Messia, affinché il Vangelo raggiungesse ogni uomo, perché Dio vuole salvare ogni uomo.
     Sono tre le voci che abbiamo ascoltato oggi:
-          quella di Giovanni, che ci ha indicato Cristo;
-          quella del Padre, che ha confermato Giovanni; Gesù è il Figlio, Colui che si è incarnato per liberare tutti;
-          quella di Isaia, che ci sprona ad accogliere Dio che viene, abbattendo tutto ciò che può ostacolarLo.

     Manda il tuo Spirito o Padre, perché ci aiuti a spianare la strada al Signore che viene; da soli non ne siamo capaci. Sentiamo profondamente vere le parole del Salmo: “Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori; se la città non è custodita dal Signore, invano veglia il custode”.

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