Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

sabato 3 dicembre 2016

Dove nessuno ha paura


II DOM. AVV.



     Come suonano ruvide alle nostre orecchie le parole di fuoco di Giovanni Battista: “Razza di vipere! …
Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco … Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile” (Mt 3,7ss); sentiamo che manca, nella predicazione del più grande fra i nati di donna, ciò che Gesù ha portato e che, solo Lui poteva portare: una misericordia senza limiti che, non allontana mai, ma accoglie, per curare.

    Quando il Battista grida di un albero tagliato e gettato nel fuoco, ci riecheggia nel cuore la parabola del fico sterile: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai» (Lc 13,6ss). Vedo che per me, il Signore, ogni anno trova una scusa per non tagliarmi.

     Certo, anche Gesù ha detto: “Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano” (Gv 15,6), ma Gesù constata cosa avviene a chi non sceglie di vivere in profonda comunione con Lui, non minaccia. Noi sappiamo che Dio è venuto per salvarci, per farci liberi e che, prima di lasciarci andare liberamente alla dannazione, fa di tutto per portarci a casa. Non dimentichiamolo mai: Dio lo conosciamo pienamente quando si lascia uccidere sulla croce e dice: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno” e che, a un condannato insieme a Lui, dice: “Oggi sarai con me in paradiso”.

     Non illudiamoci che questo ci autorizzi a fare nella vita ciò che ci pare; un cristiano, se vuole essere tale, non può che cercare di seguire con fedeltà il Signore che è via verità e vita. Altrimenti ci sentiremo dire anche noi, come Pietro: “Va’ dietro a me, Satana, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Mc 8,33).

     La parola della conversione ce la dice anche Gesù. Sulla bocca del Signore, però, ha un gusto diverso: “Il lupo dimorerà insieme con l'agnello; il leopardo si sdraierà accanto al capretto;il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li guiderà. La mucca e l'orsa pascoleranno insieme; i loro piccoli si sdraieranno insieme. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso. Non agiranno più iniquamente né saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perché la conoscenza del Signore riempirà la terra come le acque ricoprono il mare” (Is 11,6ss). Gesù vuole che si edifichi il Regno di Dio e questa realtà che, sarà compiuta solo alla fine dei tempi, già ora la possono costruire solo degli uomini e delle donne convertite: non coloro che vogliono a tutti i costi cambiare gli altri o che fanno di tutto per trasformare le strutture, bensì quelli che si lasciano riplasmare dalla mano di Dio. Bisogna lasciarsi toccare da Lui; è necessario che, come all’origine, la nostra terra sia di nuovo impastata dalle Sue mani e che il Suo soffio ci penetri in profondità.

   Un lupo non può sforzarsi di andare contro la propria natura, così come l’orsa o il serpente velenoso; cosìnessuno di noi può andare contro la propria natura, a meno che, il Signore riesca a penetrare così in profondità da trasformarla. Ecco cosa è la conversione: non un’opera di maquillage, ma un cambio radicale e questo è possibile se lavoriamo per abbattere tutte le barriere che impediscono al Signore di raggiungerci.

     Noi possiamo ripetere mille volte al giorno: “Venga il Tuo regno”, ma di fatto, ostacolarlo a ogni passo; ecco allora che, questa sera, diciamo: “Signore, desideriamo essere Tuoi collaboratori; vogliamo aiutarti a edificare il Tuo Regno, dove nessuno deve nascondersi o difendersi, ma siamo fragili. Abbiamo bisogno che Tu, ci rifaccia nuovi: Prendici in mano e facci nuovi. Costi quel che costi”.


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