III DOM. QUAR.
“Chi di voi, se ha cento pecore e
ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella
perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica
sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro:
“Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era
perduta” (Lc 15,4ss).
“Va’ nel deserto in cerca di
quella perduta”; ecco cosa sta facendo Gesù
, nell’ora più assurda della
giornata per mettersi in movimento. Mezzogiorno è il momento in cui stare
rinchiusi sotto la propria tenda, riparati dal sole cocente e non per stare in
giro. Gesù deve muoversi in quell’ora, perché in quell’ora la donna si reca al
pozzo – forse per non farsi vedere dagli altri; del resto è una, presa e
lasciata da almeno cinque uomini -. Gesù è stanco, perché deve rincorrere la
Sua creatura per salvarla.
E’ meraviglioso questo episodio. Dio viene a cercarmi, là dove sono. Nessun
luogo è inadatto per Lui; niente di me e di te lo scandalizza. Anzi! Anche siamo
lontani e scendiamo nell’abisso più profondo, lì viene a cercarci: “Dove andare lontano dal tuo spirito? Dove
fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei; se scendo negli
inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del
mare, anche là mi guida la tua mano e mi
afferra la tua destra” (Salmo 139,7ss). Gesù sfida ogni convenzione quando
è in gioco il bene delle Sue creature. La Chiesa sfida ogni convenzione quando
è in gioco il bene dei figli di Dio.
Gesù chiede: “Dammi da bere”;
di cosa ha sete? “Questa è la volontà di
colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma
che lo risusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6,34)”. Gesù ha sete della nostra salvezza. Scrive don Tonino Bello: “Egli non bussa alla porta per intimarci lo
sfratto, ma per riempire di luce la nostra
solitudine. Non entra in casa per
metterci le manette, ma per restituirci
il gusto della vera libertà.
Perché ci viene a cercare? Per
consentirci di rimanere nascosti, vergognandoci di noi stessi? Non sia mai
detto! Viene per dissetarci alla sorgente di acqua pura, l’unica capace di
saziarci; per portarci a casa. Altro che, “fai quel che ti pare”! Gesù, con
grande delicatezza, ma con chiarezza, porta la donna all’interno del suo cuore;
le mostra la radice malata per guarirla. E’ l’inizio di un percorso di
salvezza.
Gesù offre qualcosa che niente e nessun altro può dare, una sorgente che,
a sua volta, diventa capace di dissetare gli altri. Questa donna appena
comincia ad “assaggiare” ciò che Gesù le offre, subito comincia a donarlo ad altri, affinché anche’essi
possano dissetarsi, ed essi corrono.
Gesù è la roccia percossa dal soldato con la lancia, da cui scaturisce l’acqua
capace di togliere l’arsura; è Lui che ci dà una vita di qualità già ora e poi
la vita piena nell’eternità. “La Samaritana ci fa da specchio. Ogni uomo,
ogni donna si porta in cuore “un crepaccio assetato di Infinito”, scriveva
Kierkegaard. Ascoltiamo allora l’accorato
invito di Dio: “O voi tutti assetati,
venite all'acqua, voi che non avete denaro, venite, comprate e mangiate;
venite, comprate senza denaro, senza pagare, vino e latte. Perché spendete
denaro per ciò che non è pane, il vostro guadagno per ciò che non sazia? Su,
ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete
l'orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete” (Is 55,1ss). Cessiamo di vagare da un pozzo
all’altro e illudendoci di spegnere la grande sete con cento, mille piccoli
sorsi di un’acqua non potabile.
Corriamo con la Samaritana incontro a Gesù; mettiamoci sul serio a bere
ciò che ci offre. Beviamo l’acqua fresca di sorgente che, scaturisce dalla
Bibbia; accostiamo la bocca alla preghiera assidua; ai Sacramenti, strada di
salvezza; alla Tradizione della Chiesa.
"Signore Gesù, non ti aspettavo stanco, seduto al pozzo dove spesso, quando nessuno può vedermi, vengo a dissetare la mia sete di amore, di
pace, di serenità ... invece oggi Tu mi
aspetti qui. Sei da solo e mi attendi, perché desideri parlarmi con rispetto, nella
verità. Mai nessuno mi ha riservato un
simile trattamento, mai nessuno ha
rispettato i miei silenzi, ha atteso i
miei ritardi e mi conosce in profondità
così come mi conosci Tu. Ciò che mi
stupisce è che Tu chieda a me ciò che io cerco:
l'acqua della Vita! Tu sei entrato con il tuo sguardo d'amore nella stanza più segreta del mio cuore, quella dove nessuno ha accesso, e lì hai depositato il tuo dono rivelandomi il Tuo Nome e la mia vocazione. A me, che mi accontentavo dell'acqua stagnante, hai offerto acqua viva e ne hai risvegliato il desiderio finché io stesso te l'ho chiesta, e ora non posso più fare a meno di andarlo a dire a tutti. Ho lasciato là la mia brocca per divenire io stessa un' anfora vivente del tuo messaggio d'amore".
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