Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

giovedì 4 gennaio 2018

L'apartheid



EPIFANIA

     L'apartheid, letteralmente, "separazione", era la politica di segregazione razziale istituita nel secondo dopoguerra dal governo di etnia bianca, rimasta in vigore in  Sudafrica fino al 1994 e negli Stati Uniti d’America, formalmente, fino al 1964.
In quelle nazioni, non tutte le persone potevano accedere alle stesse strutture, opportunità, perché non a tutti erano riconosciuti gli stessi diritti. E’ terribile che in nazioni cristiane, anche se a prevalenza protestante, fosse in vigore un sistema di questo genere. Dio infatti non vuole separazione, per Lui non ci sono uomini di serie A e altri di serie B.
     Cos’è questa Epifania? Il termine deriva dal verbo greco epiphànein, composto di epì dall'alto e phànein apparire. Le epifania (dato che in greco è un plurale), nell'antica Grecia erano le feste dedicate a una particolare divinità durante le quali essa si manifestava - anche solo nel naos, il cuore segreto e inaccessibile del tempio. Ora non resta che una sola Epifania: quella di Cristo.
     Subito dopo la nascita di Gesù, la prima manifestazione è stata ai pastori, oggi invece è a questi uomini venuti dall’Oriente: i Magi. I pastori erano persone emarginate, poco apprezzate. Vivevano insieme agli animali, separate dal resto dell'umanità e, a causa di questo contatto permanente, erano considerati impuri. Mai, nessuno li avrebbe invitati a visitare un neonato. Ma proprio a questi pastori appare l'Angelo del Signore per trasmettere la grande notizia della nascita di Gesù.
     I Magi invece, per quello che ne sappiamo, erano pagani, un’altra categoria di intoccabili.
     In questo modo Dio grida una parola fortissima: nessuno è escluso dal Suo sguardo; nessuno può essere considerato straniero: “Ricordatevi che un tempo, voi  pagani  … eravate esclusi … senza speranza e senza Dio nel mondo. Ora invece, voi che eravate lontani, in Cristo Gesù siete diventati vicini. … Così dunque non siete più stranieri né ospiti” (Ef 2,11-13;19). Non può esistere un apartheid spirituale, perché chiunque desidera lasciarsi amare e salvare da Dio ha il diritto ad accostarsi a Lui. Andiamo e diciamolo a tutti.

     Lunedì mattina ci siamo svegliati mentre scendeva dal cielo una fitta neve, anche se, ben presto, si è trasformata in acqua. Martedì invece abbiamo goduto d’una giornata splendida, con un sole chiaro che, quasi ci ha fatto pregustare la primavera e ci ha messo addosso un benessere nuovo. L’epifania è paragonabile a questo fenomeno e ce lo ricorda il profeta Isaia: “la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore”  (Is 60,2). La nascita di Gesù ha portato definitivamente la luce nel mondo e dove giunge la luce, arretra la tenebra. Noi siamo figli del giorno e non della tenebra.   
     Purtroppo però, anche quando godiamo di giornate così belle, non tutti si lasciano raggiungere dalla luce e il calore e,  per tante ragioni, lasciano che prevalgano la nebbia e la tenebra. Anche se il Signore, come sole che sorge, illumina e riscalda, non sempre riesce a fare diradare le nostre tenebre.
     Di fronte a quella luce abbagliante, infatti, c’è chi reagisce come Erode: con il turbamento e la paura di perdere qualcosa. Erode temeva per il suo trono; noi più spesso temiamo che questo Dio, pretenda come prezzo la nostra libertà. Poveri noi, illusi. Abbiamo allontanato Dio, convinti di trovare la libertà e siamo diventati schiavi degli idoli.
     C’è anche la risposta indifferente dei capi dei sacerdoti e degli scribi che, pur sapendo, non si muovono. In passato sono entrato in una chiesa e sono rimasto profondamente. Arrivato nella chiesa già quasi piena, mi sono accorto che tutti erano totalmente indifferenti al Signore presente nel SS. Sacramento presente nel tabernacolo; chi rideva, chi parlava a voce alta, chi giocava, ecc … Il Signore era lì, presente personalmente, ma nessuno sembrava darsene la minima pena.
     La cultura contemporanea, non si erge affatto contro Dio, ma modella una umanità “senza Dio”. … L’ateismo è diventato un fenomeno di massa, senza conoscere frattura di sorta … Oggi si diventare atei non comporta alcuna scelta; meno ancora esige di negare l’esistenza di Dio; basta lasciarsi andare per essere come tutti gli altri” (P. Evdokimov; L’amore folle di Dio).
     C’è infine la scelta dei Magi. Gli esclusi si lasciano attrarre. Non si limitano a ragionare; non si fanno solo domande, ma cercano risposte; non si piangono addosso; non si lasciano bloccare dalle paure: partono. La fede la trovano lungo la strada, non all’inizio. Vedono Dio, perché si muovono; perché lo vanno a cercare dove Lui si trova, anche se è fuori dai loro schemi.
     Abbiamo bisogno che i Magi diventino patroni dei nostri giorni, perché corriamo sempre, ma rischiamo di non muoverci. Ci lamentiamo continuamente della tenebra, ma non andiamo in cerca della Luce.
    Signore, rischiara le nostre tenebre. Svegliaci da questo sonno.


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