I DOM Q.
“Allora la donna vide che l’albero
era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare
saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che
era con lei, e anch’egli ne mangiò” (Gen 3,6). Fino a quando il serpente
non si è avvicinato alla donna, insinuandole il pensiero della bellezza del
frutto, ella non ci aveva pensato.
Dietro a ogni messaggio pubblicitario, ci sono strategie, tattiche,
metodi e uno studio molto approfondito per attirare l'attenzione e manipolare i
comportamenti, incidendo sui bisogni, le necessità. Non necessariamente la
pubblicità è ingannevole, ma è sempre uno strumento di persuasione
finalizzato a vincere le resistenze dell'interlocutore. Chi di noi può negare di essere stato condizionato
almeno una volta nei suoi acquisti? Non guardando più la televisione da molti
anni, oggi sono avvantaggiato, ma non nego di ricordare perfettamente
pubblicità del lontano passato che, sono entrate addirittura nel mio modo di
parlare – la mia generazione ha imparato a rispondere: “No, lavato con Perlana” a chi chiede se un dato prodotto è nuovo -.
Il diavolo oggi sarebbe un eccellente pubblicitario, perché la
tentazione non è altro che questo, un subdolo tentativo di manipolare e
condizionare, senza che ce ne accorgiamo, i nostri comportamenti. Come
dicevamo, la pubblicità non è sempre menzognera, veramente i prodotti che ci
presenta possono essere di qualità, mentre nel caso della tentazione diabolica,
il frutto che ci vuole far mangiare
contiene sempre almeno un po’ di veleno.
Il fine di ogni proposta diabolica, infatti, non è altro che la morte dell’uomo. Satana
vuole separarci da Dio, perché sa bene che, come tagliando la radice a una
pianta, non può che seccare, così l’uomo senza Dio non può che perdere lentamente
la sua vita.
Oh, sia chiaro, la tentazione non sarà quasi mai sfacciata e volgare,
altrimenti non vi aderiremmo; anzi, più saremo in un serio cammino spirituale,
più la tentazione sarà raffinata. Ripeto, il fine è fare aderire la nostra volontà
alla proposta, facendoci credere di stare compiendo una cosa buona.
La tentazione non proporrà mai a una donna di tradire il marito, ma
agirà sulla sua insoddisfazione, sul diritto a essere amata e considerata; poi,
le presenterà l’occasione con il collega gentile e disponibile;
non dirà a nessuno di noi di rubare, ma
sottolineerà che, prendere un piccola cosa in ufficio non è poi così grave, e
poi quante volte il titolare non è stato corretto nei nostri confronti!;
non chiederà a un sacerdote o a un frate
di vivere una doppia vita con una donna, ma comincerà col presentargli un caso
umano da accompagnare e che ha bisogno di tanta attenzione e misericordia, poi
farà percepire le ingiustizie subite dai superiori, le delusioni da parte della
comunità, ecc …
Gesù è stato sottoposto a tentazione, perché è “Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero”, ma “pur essendo di natura divina, non considerò
un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, spogliò se stesso, assumendo la
condizione di servo e divenendo simile
agli uomini. Apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”
(Fil 2,6s). Gesù è anche vero uomo, per cui nulla della nostra umanità gli è
stato evitato. La tentazione non lo ha raggiunto solo nei quaranta giorni di
deserto, ma per tutta la Sua esistenza terrena. Ascoltiamo, per esempio, cosa Gli
dice il tentatore, mentre Gesù è sulla croce: “Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele,
scenda ora dalla croce e gli crederemo. Ha confidato in Dio; lo liberi lui ora, se gli vuol bene. Ha
detto infatti: Sono Figlio di Dio!» (Mt 27,42s).
Con i Suoi No al tentatore, Egli ci dice che è possibile vincere; noi
siamo più forti di lui, se risuona in noi la parola che salva. Il monaco
Evagrio Pontico (345 – 399) ha raccolto tutta una serie di testi della
Scrittura, per vincere i Vizi capitali. La "contraddizione" (in greco antirrhesis)
infatti è un concreto ed efficace metodo di combattimento spirituale usato dai
Padri per contrastare le insinuazioni e le suggestioni del maligno, ossia si
contraddice la voce che tenta, con la Parola del Signore. Il Salmista ci
dice che, è “beato l’uomo che … nella legge del Signore trova la sua gioia, la
sua legge medita giorno e notte. È come
albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie
non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene” (Salmo 1,1ss). Pulò sembrarci
inefficace la Parola che ascoltiamo ogni Domenica che, a volte ci può apparire
scontata, in realtà al momento opportuno, proprio quella Parola che per anni è
sembrata sterile, può emergere dal profondo della nostra anima e diventare un
incredibile antidoto.
Prima di ascoltare il Tuo Vangelo, Signore Gesù, ci segniamo la fronte,
la bocca e il petto, affinché quella Parola si scolpisca nella mente, nel cuore
e si rigeneri attraverso la nostra bocca: aiutaci a non fare banalmente questo
gesto, ma segnaci davvero la vita.
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