Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

lunedì 11 giugno 2018

I pregiudizi sono la ragione degli stupidi


X DOM. T.O.

     Ascoltiamo l’aneddoto del pagliaccio di Kierkegard: «Capitò, tanto tempo fa, che in un circo viaggiante in Danimarca si sviluppasse un incendio.
Il direttore mandò al vicino paese il clown già abbigliato per lo spettacolo. Il clown arrivò affannato al villaggio, e supplicò i paesani di accorrere per dare una mano a spegnere l’incendio, che rischiava di propagarsi alle stesse case del paese. Ma le grida del clown furono interpretate come un astuto trucco del mestiere: lo applaudivano e ridevano fino alle lacrime. Il povero clown tentava inutilmente di spiegare che non si trattava affatto di una finzione, di un trucco, bensì di un’amara realtà, e li scongiurava ad andare. Il suo pianto non faceva altro che intensificare le risate. La commedia continuò così finché il fuoco s’appiccò realmente al villaggio e ogni aiuto giunse troppo tardi: sicché circo e villaggio andarono entrambi distrutti dalle fiamme» (Søren Kierkegaard, Apologo di un clown, in Diapsalmata, Enter-Eller, I).

     "E’ più facile spezzare un atomo che un pregiudizio" (A. Einstein).
    
     Cosa sono i pregiudizi? Sono tutte quelle false verità, assunte non per conoscenza diretta o approfondita ricerca, ma per pigra e credula comodità. Le si dà per vere. E basta. Di fatto è cecità spacciata per vista acuta; è non avere compreso nulla, mentre si è convinti di avere capito tutto. Esso è come un virus. Meno funzionano gli anticorpi e più si espande, fino ad assumere sembianze tali da renderlo endemico. D’altra parte, tutti, nessuno escluso, siamo soggetti a rischio, specie in un tempo contemporaneo scandito dalla fretta, dalla velocità e da quella assoluta mancanza di tempo e di voglia di approfondire, verificare, confrontare. Tutti antidoti del pregiudizio.


    Da cosa nasce il pregiudizio?

-          Dall’appartenenza a un dato gruppo (politico, religioso, economico, sociale, ecc …), nei confronti di chi appartiene a un altro gruppo;
-          dall’aderire superficialmente al pensiero comune;
-          dall’ignoranza, intesa per ciò che è: non conoscenza;
-          dalla generalizzazione: tutti i cardinali sono ricchi; tutti i politici sono corrotti, ecc …;
-          dall’incapacità di leggere i fatti e le persone in profondità;
-          dalla pigrizia che impedisce di verificare seriamente le informazioni ricevute.
    
     Il problema è che il pregiudizio porta a dei comportamenti ben precisi: disprezzo; chiusura; insulto; violenza; ridicolizzazione; ironia; ecc … Una canzone del passato recitava: “Come potete giudicar; come potere condannar; e se vi fermaste un po’ a guardar, con noi parlar, vi accorgereste presto che, non abbiamo fatto male mai”.
    
     Gesù, oggi, è vittima del pregiudizio. Siccome fa e dice cose nuove e in modo nuovo, le persone che lo incontrano, invece di ascoltarLo e lasciarsi provocare, subito lo incasellano: è indemoniato. Non s’accorgono nemmeno di stare dicendo un’assurdità, infatti affermano che Gesù “è posseduto da Beelzebul e scaccia i demoni per mezzo del capo dei demoni” (Mc 3,22). Il Signore prova a farli ragionare, mostrandogli che è da pazzi farsi guerra da se stessi, ma non c’è nulla da fare. Per questo diceva Voltaire “i pregiudizi sono la ragione degli stupidi”. Il pregiudizio è un terribile diaframma tra noi e la verità, per questo può diventare causa di dannazione, in quanto rifiuto e chiusura ostinata verso Cristo e la Sua Chiesa. Si rifiuta non ciò che si conosce di Cristo e della Chiesa, ma ciò che si pensa di conoscere, non ciò che è vero, ma ciò che si pensa sia vero e che, spesso, non è altro che un insieme di trite e ritrite banalità. Ecco in cosa consiste il peccato contro lo Spirito Santo. Deve risultarci chiaro che i pregiudizi ci limitano. Ci impediscono di aprire in modo completo la nostra mente, di godere davvero di libertà di pensiero.

     Liberarsi dai pregiudizi non semplice, perché li abbiamo così interiorizzati e ne siamo talmente esposti che diviene quasi una battaglia difficile da vincere. Tuttavia, niente è impossibile.
Secondo i ricercatori del dipartimento di Psicologia dell’Università di New York, «gli stereotipi non solo esistono, ma riescono a ingannare il nostro cervello che a sua volta ne rinforza le radici dentro di noi».
     Non è la prima volta che Gesù è oggetto di pregiudizio e non sarà l’ultima. Ricordiamo Natanaele, il quale, quando gli dissero: “Abbiamo trovato colui del quale ha scritto Mosè … Gesù il figlio di Giuseppe, di Nazaret” (Gv 1,45); rispose: “Da Nazaret può forse venire qualcosa di buono?” (1,46). E’ interessante la risposta di Filippo al suo amico; gli propone soltanto un’esperienza diretta: “Vieni e vedi” (Gv 1,46). E forse questo è l’insegnamento più prezioso.
     Padre, manda il tuo Spirito in noi, così che la nostra vita e le nostre parole, possano abbattere i pregiudizi su di Te e sulla Tua Chiesa. Le nostre vite non siano un ostacolo, alla conoscenza di Te, bensì una finestra aperta che consente di posare lo sguardo sulla Tua bellezza.

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