CORPO E SANGUE DI N.S.G.C.
“Ecco, Io sono con voi tutti i
giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20),
sono le parole con le quali Gesù ci ha lasciati domenica scorsa.
Sappiamo bene che Egli non mente ed è fedele alle Sue promesse, per questo siamo
certi di non essere stati lasciati soli in questa “valle di lacrime”, ma che il
Signore è con noi, qui e ora. Per questo possiamo cantare con il salmista: “Signore Tu mi scruti e conosci. Tu sai
quando seggo e quando mi alzo, penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti
quando cammino e quando mi muovo. Ti sono note tutte le mie vie” (Salmo
139).
Dove sei Signore, Tu che Ti chiami Emmanuele, Dio con noi?
“Il giorno di Pentecoste, con
l'effusione dello Spirito Santo … (è stato inaugurato) un tempo nuovo …: il tempo della Chiesa, nel quale Cristo … vive e
agisce ora nella sua Chiesa e con essa in una maniera nuova … per mezzo dei
sacramenti” (CCC 1076). A coloro che amano dire: “Cristo sì, Chiesa no”,
credendo di essere per questo più evangelici, dobbiamo rispondere con san
Cipriano: “non può più avere Dio per
Padre chi non ha la Chiesa come madre” (Dell’unità
della Chiesa, Città Nuova 26). Anche se misteriosamente, visto la
limitatezza degli uomini, la SS. Trinità ha voluto continuare a essere presente
e agire nella storia, attraverso la mediazione della Chiesa e dei Sacramenti. La
Chiesa continua a essere strumento efficace, perché la SS. Trinità è presente
in essa e agisce attraverso di essa. Non dimentichiamo poi che, “fa più rumore
un albero che cade che non una foresta che cresce”; insieme all’indubbio
peccato di noi cristiani, chierici e laici, che fa molto rumore, c’è anche una
straordinaria santità che fa profumare la storia di Vangelo.
Lo Spirito Santo ci doni lo sguardo
capace di vedere la santità e l’odorato capace di riconoscerne il profumo.
Cos’è la Chiesa? E’ il corpo di Cristo qui e ora: “Come infatti il corpo è uno solo e ha molte
membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo,
così anche il Cristo … Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno, secondo
la propria parte, sue membra. Alcuni Dio li ha posti nella Chiesa in primo
luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come evangelisti
…” (1Cor 12,12ss). Questo significa che anche tu e io non siamo solo
spettatori passivi di ciò che avviene nella Chiesa e attraverso di essa, ma
siamo sue membra. Più ognuno di noi è partecipe della vita della Chiesa, più
essa potrà essere strumento efficace dell’azione di Dio. Chi vede i cristiani,
dal Sommo Pontefice all’ultimo dei battezzati deve poter riconoscere Cristo
vivo, il Salvatore dell’uomo. Mi disse un giorno una donna che, poi scorprii
essere una sorta di cartomante: “Tu sei il mio Gesù”. Lei aveva compreso,
nonostante tutto che, dietro la mia persona sta Gesù Signore e per questo,
voleva poterLo incontrare.
In modo particolare Cristo ha affidato alla
Chiesa i Sacramenti, segni efficaci della Sua presenza; attraverso di essi,
Egli è vicino e può ancora operare come quando era presente in carne e ossa. Gesù
continua a parlarci, toccarci, perdonarci, guarirci, per mezzo dei Sette
Sacramenti.
Oggi ne celebriamo uno molto speciale: la
SS. Eucaristia. Qui Gesù realizza in modo straordinario la Sua presenza. Lui
stesso ha detto nell’ultima cena, “questo
è il mio corpo … questo è il mio sangue” (Mc 16,22;24). Quel pane e quel
vino che vengono consacrati dallo Spirito Santo attraverso la mediazione del
sacerdote, non rappresentano Cristo, ma sono CRISTO. L’Eucaristia rende
presente qui e ora il Calvario, con il sacrificio della croce, la resurrezione
e l’ascensione di nostro Signore e noi ne siamo testimoni oculari, presenti in
carne e ossa.
L’arte è un
linguaggio che vuole dirci qualcosa. Entrando in questa chiesa, lo sguardo è
immediatamente attratto dall’altare centrale, tutto in marmo policromo,
sopraelevato rispetto al resto, ornato di candelieri. Davanti a quell’altare
brilla giorno e notte una luce e lì, ogni volta che passiamo ci inginocchiamo.
Perché tutto questo? Perché lì è custodito il SS. Sacramento: Cristo vivo e
vero. Per questo san Francesco l’uomo evangelico scrive ai suoi frati: “ogni giorno egli
stesso viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre
sull'altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli si mostrò nella
vera carne, così anche ora si mostra a noi nel pane consacrato. E come essi con
gli occhi del loro corpo vedevano soltanto la carne di lui, ma, contemplandolo
con gli occhi dello spirito, credevano che egli era lo stesso Dio, così anche
noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, dobbiamo vedere e credere
fermamente che questo è il suo santissimo corpo e sangue vivo e vero” (Amm.
I), dunque “Facciamo
attenzione, noi tutti chierici, al grande peccato e all'ignoranza che certuni
hanno riguardo al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo … Niente
infatti possediamo e vediamo corporalmente in questo mondo dello stesso
Altissimo, se non il corpo e il sangue …. Tutti
coloro, poi, che amministrano così santi ministeri, considerino tra sé,
soprattutto quelli che li amministrano senza discrezione, quanto siano
miserandi i calici, i corporali e le tovaglie sulle quali si compie il
sacrificio del corpo e del sangue del Signore nostro. E da molti viene
lasciato in luoghi indecorosi, viene trasportato senza nessun onore e ricevuto
senza le dovute disposizioni e amministrato agli altri senza discrezione. … ovunque
troveremo il santissimo corpo del Signore nostro Gesù Cristo collocato e
lasciato in modo illecito, sia rimosso di là e posto e custodito in un luogo
prezioso” (Lettera a tutti i chierici, FF 207 s).
Signore, insieme ai santi che ci hanno preceduti, noi crediamo che Tu
sei presente nel pane e nel vino consacrati, ma non ci accontentiamo di
adorarti, contemplandoti. Desideriamo entrare in comunione con Te, così che Tu
possa trasformare il nostro cuore e fare di noi delle creature nuove, simili a
Te. A noi è impossibile, ma nulla è impossibile a Te.
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