IV DOM AVV.
In queste ultime settimane ci siamo sentiti invitati a spalancare le
porte a Cristo, a colmare le valli, ad abbassare i monti e a raddrizzare le
strade che Lo conducono a noi. Egli chiede il permesso di raggiungerci, perché
se si imponesse, certamente sbarreremmo la porta, come chi si sente in
pericolo. Egli come un mendicante si presenta, non per chiederci qualcosa, ma
per offrirci la salvezza, il bene, la bellezza:
“Dio, che ti
ha creato senza di te, non può salvarti senza di te”.[1]
Anche a me
e a te dice: “Non temere”. Siamo diventati un po’ folli; apriamo la porta a
tutti, ma Lui lo teniamo fuori. Scrive Giovanni Papini: “Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme a nulla ti
gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore. … Ma come potrà accadere
questa nascita interiore? La nostra anima è spesso simile a una stalla,
tanto è stretta e buia e così ingombra di lerciume, che pare non ci possa
essere posto per un Dio, anche se fanciullo. Eppure questo miracolo nuovo non è
impossibile purché sia desiderato e aspettato”.[2]
Ci sono dei segni che ci dicono concretamente se il Signore è riuscito a
raggiungerci e sta lavorando in noi.
- La religione d’Israele prevedeva diversi
tipi di sacrifici animali da presentare al tempio. Ascoltiamo cosa dice il
Signore: “Non ti rimprovero per i tuoi
sacrifici, i tuoi olocausti mi stanno sempre davanti. Non prenderò vitelli
dalla tua casa né capri dai tuoi ovili. Sono mie tutte le bestie della foresta,
animali a migliaia sui monti. Conosco tutti gli uccelli del cielo, è mio ciò
che si muove nella campagna. Se avessi
fame, non te lo direi: “ (Salmo 50,8ss).
Ascoltiamo ancora: «Tu non hai voluto
né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. … . Allora ho
detto: “Ecco, io vengo … per fare, o Dio, la tua volontà”» (Eb 10,5). Dio
non vuole qualcosa che sta fuori di noi, ma chiede la disponibilità della
nostra vita. San Francesco diceva: “Signore
cosa vuoi che io faccia”, ecco qual è il sacrificio gradito a Dio. Quando
non vuoi più piegare Dio alle tue esigenze e
progetti, ma desideri che sia Lui a mostrarti i Suoi e a realizzarli,
ecco che puoi cominciare a dire che Cristo sta crescendo in te .
-
“In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione
montuosa, in una città di Giuda” (Lc 1,39). Quando incontri Cristo, diventa
impossibile contenerLo. Chi è stato toccato anche solo una volta dalla Sua mano
e ha sentito la Sua voce, sa bene cosa intendo dire. E’ evidente, quando si
incontra la Bellezza, questa va condivisa. Quando ci chiedono di vivere il
Vangelo e la nostra fede solo nell’intimo e dentro le nostre chiese, non sanno
di chiederci qualcosa di impossibile. Solo chi conosce Cristo per sentito dire,
può rinunciare ad annunciarLo, ma chi si sente amato e guardato con una
tenerezza tutta speciale, non può tacerLo.
-
Maria resta alcuni mesi con Elisabetta a servirla. Allora non era come
oggi che, se hai bisogno devi un po’ arrangiarti; la famiglia era una realtà
molto forte e i legami sociali erano solidissimi, per cui Elisabetta, tra l’altro
moglie di un sacerdote, aveva certamente gli aiuti necessari. Maria però non fa
ragionamenti di questo tipo, ma parte, perché la carità è l’espressione
visibile della fede. La carità è passione per l’altro e non la puoi contenere.
Padre nostro, che sei nei cieli, abita in me con Tuo Figlio Gesù e lo
Spirito Santo, così che io possa diventare un segno della Tua presenza in
questa umanità che, crede di non avere bisogno di Te, ma alla quale sei più
indispensabile dell’aria.
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