III DOM. QUAR.
Desidero
che la Parola, quella che il Signore Gesù continua a pronunciare a
ciascuno di noi personalmente, possa accompagnarci in questo momento
così particolare.
«Va’
a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io
non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho
marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è
tuo marito; in questo hai detto il vero»
(Gv 4,16ss). Questi versetti, probabilmente non sono centrali
all’interno di questo bellissimo testo, ma parto
da qui, perché hanno attratto l’attenzione del mio
cuore.
Questa
donna, abituata all’esclusione, proprio perché donna e samaritana,
ha affidato se stessa a un uomo dopo l’altro. Immagino i giudizi su
di lei. Ogni tempo porta con sé la triste abitudine di giudicare i
fatti, senza cercarne le ragioni, non per giustificarli, ma per
capirli. Dietro tante scelte sbagliate ci sono domande vere e, cuori
buoni incapaci di prendere la strada giusta; persone
che attendono solo qualcuno che li prenda per mano e li accompagni
sulla via buona.
Chissà,
forse questa donna, non è semplicemente una poco seria, ma una
creatura affamata d’amore.
In
lei, vedo noi; la nostra umanità così confusa e disorientata, tanto
più oggi che siamo colpiti da questo infido virus. In lei vedo
uomini e donne che passano “da un marito all’altro”, in cerca
di qualcosa di vero e profondo, non trovando altro che delusione e
ulteriore senso di fallimento. A lei, come a noi, si avvicina Gesù.
Pur sapendo molto bene cosa combiniamo, non viene per giudicarci, ma
per portarci fuori dal nostro fallimento. Ci raggiunge dove siamo:
non gli importa né l’ora né il luogo, basta che ci siamo noi.
Anche il posto più infame, non gli impedisce di raggiungerci.
Egli
si offre, come risposta alla nostra sete più profonda. Non gli basta
soddisfarci per un istante, come tante delle proposte effimere che ci
vengono offerte quotidianamente; Egli vuole saziarci.
Questi
giorni stanno mostrando, a
chi è attento,
in maniera inequivocabile, cosa è essenziale e cosa relativo. Sono
giorni drammatici, perché molti stanno soffrendo; ma sono anche preziosi, perché possono insegnarci a convertirci, nel senso
di iniziare a percorrere davvero una strada nuova. Finito tutto
questo, se torneremo a essere quelli di prima; se
le nostre città saranno condotte dagli stessi criteri e logiche, significherà
che tutto è stato inutile. Ogni morte, ogni sacrificio, saranno
stati vani.
Il
Signore è qui, ci dà un’altra occasione; ancora ci offre acqua
viva e non semplicemente acqua stagnante: a noi la
scelta.
Questo
Coronavirus passerà, lascerà dietro di sé tanto dolore, ma
passerà; mentre chiediamo al Signore, per intercessione di Sua
Madre, di vincerlo, Gli chiediamo di combattere il virus più
pericoloso, quello che continuerà a cercare di infettarci:
l’indifferenza verso l’unico che può dare senso pieno alla
nostra vita.
Nessun commento:
Posta un commento