Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 27 settembre 2020

Non è mai troppo tardi

XXVI DOM. T.O.


Qualcuno pensa che Dio pretenda tutto e subito. Guai se siamo vacillanti nella nostra risposta alle attese del Signore. Quante volte ci sentiamo inutilmente in colpa, a causa della nostra inadeguatezza. In realtà dovremmo avere il coraggio di dire, con Giobbe: “Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto” (Gb 42,5). Costruirsi un dio a propria immagine e somiglianza, è piuttosto pericoloso, perché è più esigente di quando non sia il vero Dio. Dio è più paziente di quanto non osiamo immaginare. Pazientare, deriva dal latino pati = sopportare, soffrire, tollerare e dal greco πάσχειν (paskein) = provare, ricevere un'impressione, una sensazione, sopportare, soffrire. E’ la capacità di Dio di saper attendere i nostri tempi. Per Dio la nostra salvezza, è più importante del tempo che ci mettiamo per ottenerla. Sant’Agostino quando parla della sua adesione a Cristo, dice: “Tardi t’amai, bellezza così antica, così nuova, tardi t’amai!”; in realtà non è mai tardi per il Signore – “davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo” (2Pt 3,8) -, bensì per noi, perché perdiamo l’opportunità di incontrare la bellezza e il sommo bene. Dio non dice mai: “Basta! Mi sono stancato. Hai perso l’ultima possibilità”; almeno fino al giorno in cui ci chiamerà alla Sua presenza e dovremo rendere conto delle nostre scelte. Nello stesso tempo, San Paolo ci richiama a non sprecare i giorni che ci sono dati: “disprezzi la ricchezza della sua bontà, della sua clemenza e della sua magnanimità, senza riconoscere che la bontà di Dio ti spinge alla conversione?” (Rm 2,4). Il tempo ci è dato per investirlo, metterci in gioco e rendere la nostra esistenza piena. A Dio interessa il nostro Sì, giunga quando giunga; purché giunga. Questo significa che non ci inchioda al nostro passato. Non fa come noi che segniamo con il pennarello indelebile i peccati degli uomini e ne rinnoviamo costantemente il ricordo, impedendone il superamento. Dio guarda il nostro oggi, non il nostro ieri o l’altro ieri. La misericordia paziente di Dio ci dà la possibilità di diventare nuovi. Se Egli fosse intransigente con le nostre lentezze, cosa potremmo fare? Forse che pretendere di accelerare le cose, potrebbe cambiare la situazione? Guai se i nostri NO, restassero senza appello! La Chiesa è la casa di coloro che vogliono mettersi in gioco; noi dei perfetti, ma di quelli che, quasi ogni giorno dicono di NO, ma poi vogliono tornare sui propri passi.

Dio si è lasciato uccidere, proprio per darci questa possibilità; per mostrarci che non è un Dio da temere, ma che ama e desidera solo essere amato.

Abbi pazienza anche oggi con me, Signore: vorrei sempre dirti Si, perché so che solo Tu hai parole di vita eterna, ma la stanchezza, i limiti, il mio peccato, parlano per me.

 

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