Domenica scorsa il Vangelo era piuttosto duro; Gesù, senza tanti giri di parole, ha accusato gli scribi e i farisei, che lo stavano interrogando, di essere degli ipocriti (ipokrités = attori).
Quando Gesù usa delle parole forti per essere chiaro, non dobbiamo offenderci, ma lasciarci mettere in discussione.
Oggi i testi della Scrittura sono estremamente belli e ci portano un messaggio di speranza: “Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio … Egli viene a salvarvi” (Is 35,4). Queste antiche parole furono pronunciate per incoraggiare il popolo d’Israele che si trovava in esilio lontano da Gerusalemme, ma ora sono anche per noi.
A noi Gesù annuncia che viene a ridarci la vista, l’udito, la parola e agilità. Gesù chiede di poterci toccare per risanarci.
Molti pensano di non aver bisogno di questo contatto con Dio, perché non sono sordi, ciechi, muti o zoppi.
Vediamo se è proprio così. Cosa può significare riacquistare la vista:
• Il Signore può darci l’evidenza della sua presenza nelle nostra vita concreta. Chiedo aiuto per essere più chiaro a un celebre scrittore francese, André Frossard: “Mentre varcavo quella porta ero l'ateo che ho descritto, lo ero ancora all'interno della cappella. Nel gruppo dei fedeli, in controluce, vedevo solo delle ombre … ; una sorta di sole splendeva in fondo all'edificio: non sapevo che fosse il Santissimo Sacramento. Nessuna pena d'amore mi tormentava, anzi, quella sera dovevo avere un incontro con una nuova fiamma. Non ero preoccupato, non ero curioso. La religione era una vecchia chimera, i cristiani una specie attardata lungo il cammino dell'evoluzione: la storia si era pronunciata per noi, per la sinistra, e il problema di Dio era stato risolto in senso negativo da almeno due o tre secoli. … Lo vedo ancora oggi, il ragazzo di vent'anni che ero allora, non ho dimenticato lo stupore che si impadronì di lui quando, dal fondo di quella cappella, priva di particolare bellezza, vide sorgere all'improvviso davanti a sé un mondo, un altro mondo di splendore insopportabile, di densità pazzesca, la cui luce rivelava e nascondeva a un tempo la presenza di Dio, di quel Dio, di cui, un istante prima, avrebbe giurato che mai era esistito se non nell'immaginazione degli uomini; nello stesso tempo era sommerso da un'onda, da cui dilagavano insieme gioia e dolcezza, un flutto la cui potenza spezzava il cuore e di cui mai ha perso il ricordo, nemmeno nei momenti più cupi di una vita investita più di una volta dall'orrore e dalla disgrazia; non ha altro compito, da allora, che quello di rendere testimonianza a questa dolcezza e a questa straziante purezza di Dio che quel giorno gli ha mostrato …”. Egli credeva di vedere e invece era cieco.
• Gesù ci permette di riconoscere ciò che è bene e ciò che è male, senza confonderli e lasciarci forviare.
• Egli ci conduce a guardare le persone in profondità, senza fermarci alla superficie.
• Egli ci dona la capacità di discernere il bello dal brutto.
Cosa significa riacquistare l’udito?
• Riuscire a percepire la voce di Dio che parla, che chiama, che consola, che orienta, che corregge. “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20); instancabilmente il Signore bussa alla porta della nostra vita, attendendo di essere invitato a entrare, ma quanto spesso altri rumori ci impediscono di sentire.
• Quando il Signore rientra nella nostra vita, c’è un voce che diventa chiara ed eloquente: la coscienza. “ L'uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al cuore; obbedire è la dignità stessa dell'uomo, e secondo questa egli sarà giudicato. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo, dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità. Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo compimento nell'amore di Dio e del prossimo. Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità numerosi problemi morali, che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella sociale. Quanto più, dunque, prevale la coscienza retta, tanto più le persone e i gruppi si allontanano dal cieco arbitrio e si sforzano di conformarsi alle norme oggettive della moralità. Tuttavia succede non di rado che la coscienza sia erronea per ignoranza invincibile, senza che per questo essa perda la sua dignità. Ma ciò non si può dire quando l'uomo poco si cura di cercare la verità e il bene, e quando la coscienza diventa quasi cieca in seguito all'abitudine del peccato” (Gaudium et Spes 16).
• Chi ha Cristo sa selezionare le voci e capire se le parole vengono da profeti o falsi profeti.
• Quando il Signore ci apre gli orecchi, la sua parola è riconosciuta in tutta la sua bellezza ed essa riesce a penetrare nel profondo dove mette radici e produce frutto.
Cosa significa smettere di zoppicare?
• Significa che il peccato, per quanto continui a far parte della vita, non riesce più a dominare.
• Anche le paure non ostacolano più le scelte, perché “Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me, Signore”.
Infine, cosa significa riacquistare la voce?
• Significa che non si potrà più tacere la bellezza incontrata, perché “la bocca parla dalla pienezza del cuore”.
• Significa che al di là dell’età e della cultura si possono donare parole sapienti a coloro che ascoltano.
• Significa adempiere al compito che abbiamo tutti ricevuto il giorno del Battesimo: la profezia.
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