Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

domenica 18 ottobre 2009

NOI VOGLIAMO ...

XIX DOMENICA T.O. 2009

«Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso” (Mc 10,14s).
E’ molto importante ricordare che il capitolo 10 di Mc inizia con l’incontro di Gesù e i bambini e con le parole che abbiamo appena ascoltato: “chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”.
Sappiamo bene che i bambini sono molto spesso egoisti ed egocentrici (è normale che sia così nel processo evolutivo), - quindi non è certamente questo che il Signore apprezza e prende a modello in loro -, essi però sanno fidarsi e sono sostanzialmente dipendenti dai genitori e dagli adulti. La fiducia dei bambini a volte si trasforma in pericolo, per cui bisogna insegnargli a non dare confidenza agli sconosciuti.
In questo capitolo Gesù ci mostra degli esempi molto concreti di uomini che per qualche ragione non accettano di essere “come bambini”.
Uno è il “tale” ricco che abbiamo conosciuto domenica scorsa; un uomo troppo appesantito dalle sue cose per poter accettare di andare dietro a Gesù. Se vogliamo continuare a utilizzare le immagini di Gesù, potremmo dire che è un vecchio; non accetta più il rischio, non riesce più a sognare, preferisce la tristezza nella sicurezza, piuttosto che la libertà nel rischio. Non riesce ad abbandonarsi, perché non si fida.
Oggi invece incontriamo altri due, che invece definirei, “adolescenti” spirituali: Giacomo e Giovanni. Ecco le loro parole: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo» (Mc 10,35). Questo è l’atteggiamento di chi ha già tracciato il proprio progetto di vita e chiede a Dio di farsene garante. “Vogliamo”; si vede che non era ancora stato coniato il proverbio: “L’erba voglio non cresce neanche nel giardino del Re”. E’ il solito atteggiamento antievangelico di chi vuole, e, a volte pretende, che Dio segua l’uomo e si adegui ai suoi desideri. Essi hanno un atteggiamento adolescenziale, perché son convinti di avere già capito tutto e pretendono di ottenere il massimo - vogliono potere e gloria -, senza nessuno sforzo.
Questa volta Gesù risponde con calma, ma altrove le sue parole non lasciano dubbi: “Vai dietro a me Satana, perché tu non ragioni secondo Dio, ma secondo gli uomini”, dice Gesù a Pietro, anche lui cristiano troppo “adulto”.
Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (10,45); Gesù risponde con la sua vita, mostra con la sua esistenza cosa significhi essere come bambini davanti a Dio. Ricordiamo le sue parole a Maria e Giuseppe che lo cercavano: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,48s) e, quando nell’orto degli ulivi prega in attesa del supplizio: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà» (Lc 22,42).
Gesù si pone davanti al Padre, in un atteggiamento di fiducia, senza riserve: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 4, 34). Tutta la sua vita è un cammino di non autonomia dal Padre, di comunione piena. Da quando, al momento delle tentazioni, Gesù rifiuta la proposta di Satana, fino al momento della sua passione, il suo cammino è di obbedienza alla volontà del Padre. Obbedire deriva dal latino Ob – stare davanti, e audire – ascoltare. Gesù non vive per se stesso, la sua vita non appartiene a lui; gli è stata donata, e Gesù la dona; gli è stata offerta, e Gesù la offre.
Aiutaci, Signore, a essere come il “bambino svezzato in braccia a sua madre”; aiutaci a fidarci di te, a lasciare che sia tu a indicarci la strada da percorrere. Non lasciare che perdiamo tempo dietro progetti troppo alti, inutili, se non dannosi al nostro bene.

1 commento:

  1. Mi unisco alla tua preghiera; Aiutaci Signore ad abbandonare i nostri progetti e a chiederti con semplicita': "Quale strada hai preparato per me?" Ma soprattutto Signore aiutaci una volta scoperta e trovata a non abbandonarla, a non deviare, a non avere paura. Insegnaci Signore a perseverare fino alla "fine".

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