Desidero iniziare oggi una nuova rubrica. Da diversi anni sono un appassionato lettore, per cui mi prendo la libertà di consigliarvi alcuni testi, anche romanzi, che possono aiutarci a crescere nella fede.
La prima opera che vi presento è un romanzo di Francois Mauriac, scrittore vissuto dal 1885 e il 1970, vincitore del Nobel per la letteratura nel 1952. Si tratta di Groviglio di vipere.
La trama riguarda un vecchio avvocato, che consuma la sua esitenza nell'odio per la religione e per il prossimo, e a spiare sui volti dei familiari il rifleso dello stesso orrore e del disgusto con cui egli li tormenta. Giungendo però alla fine dei suoi giorni, comincia a scrivere un diario-testamento spirituale, per la moglie, nel quale spiega le ragioni della sua vendetta: diseredare quella coalizione avida di figli e nipoti da cui non è venuta mai una parola affettuosa di comprensione.
Il diario però che voleva lasciare una testimonianza della propria disperazione, si trasforma gradatamente in un intimo colloquio, non più con gli uomin, ma con Dio.
"Voglio che questo cuore divorato dall'odio e dall'avarizia, questo nemico dei suoi, o consideriate con pietà nonostante la sua bassezza; voglio che interessi il cuor vostro.
Tristi passioni gli nascondono, durante la sua tetra vita, la luce che gli è tanto vicina, sebbene un raggio talvolta lo tocchi, quasi lo bruci.
Le sue passioni ... e soprattutto i mediocri cristiani che l'osservano e che lui stesso ormenta gli nascondono questa luce.
Quanti tra noi respingono così il peccatore e lo allontanano da una verità che, attraverso essi, non risplende più!
No,non era il denaro che questo avaro amava,non era di vendetta che questo infuriato aveva fame.
Il vero oggetto del suo amore lo conoscerete se avrete la forza e il coraggio di stare a sentire quest'uomo fino all'ultima confessione interrotta dalla morte."
Ecco la premessa François Mauriac in "Groviglio di vipere".
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