Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

lunedì 10 maggio 2010

LEGGERE LA PAROLA

"Lampada ai miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino" (Salmo 119,105).

Nella mia omelia di ieri ho puntato l'attenzione sulla necessità di metterci costantemente alla scuola della Parola di Dio. Credo che non sia più possibile ritardare in questo cammino. Se la Parola non torna, per quanto è possibile, al centro della nostra vita di cristiani, corriamo due rischi:
1. Dio continuerà a essere sostanzialmente uno sconosciuto per noi - scriveva san Girolamo che "l'ignoranza della Scrittura è ignoranza di Cristo";
2. impediremo o quanto meno, ostacoleremo, l'azione del Signore in noi.
Come fare per leggere la Scrittura?
La prima cosa da farsi è procurarsi la Bibbia, possibilmente nella nuova traduzione, poi la si può leggere a partire da Genesi, seguendo eventualmente quegli schemi di divisione del testo, che consentono di leggerla tutta in un anno - ce n'è uno valido di fra Pierbattista Pizzaballa, attuale Custode di Terra Santa ed è reperibile in internet -.
Un altro modo, forse più semplice da percorrere, è la lettura liturgica, ossia dei testi che la Chiesa ha previsto per ogni giorno dell'anno. Per fare questo basta acquistare un messalino, oppure un piccolo calendario con tutti i testi liturgici quotidiani - lo si trova a 0,50 centesimi -; oppure, ancora, basta digitare il piccolo programma che trovate anche in questo blog e che presenta i testi del giorno.
Al di là del metodo utilizzato, ciò che è fondamentale è che ogni cattolico prenda in mano la Parola, che Dio ha inviata a ciascuno personalmente. Lo scopo non è nutrire la mente né cercare di fare speculazioni teologiche o diventare esegeti (interpreti), bensì lasciare che lentamente il seme della Parola metta radici profonde in noi, per produrre frutto a suo tempo.
Non dobbiamo cominciare domani, ma oggi.

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