"Benedetto XVI ha giustamente detto che il nemico della Chiesa di Cristo non è esterno ma interno, che il peccato si combatte con la penitenza, la sporcizia con l’espiazione riconciliante, e che il perdono non sostituisce la giustizia. E’ un discorso di fede, puro, disincarnato, che fa appello alla responsabilità personale di ciascun credente, senza esentare alcuno dalla propria responsabilità civile. Il capo della Chiesa, vicario, non poteva dir altro, sotto questo delicato, deciso profilo.
La Chiesa Cattolica è non solo metaforicamente anche nostra, dei non credenti, è un pezzo della società e della cultura universali, un soggetto autorevole, forte, dal magistero e dalla dottrina roboanti e intimissimi allo stesso grado, e il trattamento riservato alla Chiesa, la sua libertà o la sua marginalizzazione ed esclusione, ci dice che cosa siamo diventati, ci deve spingere a pensare e ripensare il secolo, la laicità, la giustizia umana.
La Chiesa è vittima di un’aggressione, è accusata globalmente e nel suo vertice di “concorso esterno in reato di pedofilia”. La Chiesa è trattata con la stessa sciagurata sciatteria con cui i procuratori d’assalto dell’antimafia trattano il cosiddetto “terzo livello” dei rapporti mafia-politica. La Chiesa è degradata a “entità” di copertura del malaffare pedofilo da quel pm belga che ha sequestrato i vescovi e li ha tenuti per molte ore in stato di fermo, o ha fatto perquisire inutilmente le tombe di vecchi patriarchi della cattolicità belga. … C’è da ripeterlo. La resa umile è cristiana, ma forse cristiana e cattolica anche la resistenza. Per noi laici che amiamo nella libertà della Chiesa le nostre stesse libertà dal fanatismo illiberale, è così. Senza elevare un muro culturale e civile, che non significa e non deve significare impunità per i figli della Chiesa caduti nel peccato e nel reato penale, non se ne esce".
La Chiesa Cattolica è non solo metaforicamente anche nostra, dei non credenti, è un pezzo della società e della cultura universali, un soggetto autorevole, forte, dal magistero e dalla dottrina roboanti e intimissimi allo stesso grado, e il trattamento riservato alla Chiesa, la sua libertà o la sua marginalizzazione ed esclusione, ci dice che cosa siamo diventati, ci deve spingere a pensare e ripensare il secolo, la laicità, la giustizia umana.
La Chiesa è vittima di un’aggressione, è accusata globalmente e nel suo vertice di “concorso esterno in reato di pedofilia”. La Chiesa è trattata con la stessa sciagurata sciatteria con cui i procuratori d’assalto dell’antimafia trattano il cosiddetto “terzo livello” dei rapporti mafia-politica. La Chiesa è degradata a “entità” di copertura del malaffare pedofilo da quel pm belga che ha sequestrato i vescovi e li ha tenuti per molte ore in stato di fermo, o ha fatto perquisire inutilmente le tombe di vecchi patriarchi della cattolicità belga. … C’è da ripeterlo. La resa umile è cristiana, ma forse cristiana e cattolica anche la resistenza. Per noi laici che amiamo nella libertà della Chiesa le nostre stesse libertà dal fanatismo illiberale, è così. Senza elevare un muro culturale e civile, che non significa e non deve significare impunità per i figli della Chiesa caduti nel peccato e nel reato penale, non se ne esce".
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Nella storia le grandi persecuzioni sono partite da "piccole ingiustizie" che avevano il fine di misurare il grado di reazione popolare. Di fronte al silenzio generale - segno evidente del disinteresse per le ingiustizie subite dagli altri -, il potente di turno, ha sempre sentito di poter andare avanti indisturbato.
Io amo la Chiesa di Cristo; voglio bene al grande papa Benedetto XVI e dico, con forza , che non posso tacere davanti all'ingiustizia, perché se la Chiesa viene colpita e ferita, a essere colpito e ferito è il baluardo formidabile della libertà e della dignità dell'uomo.
E' chiaro che non mi stupisco e non mi meraviglio; Gesù l'aveva preannunciato, se hanno "odiato me, odieranno anche voi"; se hanno torturato e ucciso il Santo, come impressionarsi del rifiuto alla sua Chiesa, purtroppo infettata dal peccato; ma non posso sentirmi indifferente.
Mi consola la chiara parola che Gesù ci ha detta: "Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa". Anche questa volta chi si oppone a Cristo può vincere una battaglia - quante ne ha vinte nella storia -, ma vincere la "guerra" e tutta un'altra cosa. Dice il Salmista: "Chi si vanta dei carri e dei cavalli, ma noi siamo forti nel nome del Signore nostro Dio" (Salmo 19,8).
Nella storia le grandi persecuzioni sono partite da "piccole ingiustizie" che avevano il fine di misurare il grado di reazione popolare. Di fronte al silenzio generale - segno evidente del disinteresse per le ingiustizie subite dagli altri -, il potente di turno, ha sempre sentito di poter andare avanti indisturbato.
Io amo la Chiesa di Cristo; voglio bene al grande papa Benedetto XVI e dico, con forza , che non posso tacere davanti all'ingiustizia, perché se la Chiesa viene colpita e ferita, a essere colpito e ferito è il baluardo formidabile della libertà e della dignità dell'uomo.
E' chiaro che non mi stupisco e non mi meraviglio; Gesù l'aveva preannunciato, se hanno "odiato me, odieranno anche voi"; se hanno torturato e ucciso il Santo, come impressionarsi del rifiuto alla sua Chiesa, purtroppo infettata dal peccato; ma non posso sentirmi indifferente.
Mi consola la chiara parola che Gesù ci ha detta: "Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa". Anche questa volta chi si oppone a Cristo può vincere una battaglia - quante ne ha vinte nella storia -, ma vincere la "guerra" e tutta un'altra cosa. Dice il Salmista: "Chi si vanta dei carri e dei cavalli, ma noi siamo forti nel nome del Signore nostro Dio" (Salmo 19,8).
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