XXII.
DELLA CORREZIONE FRATERNA
Beato il servo che è disposto a sopportare così pazientemente da un altro la correzione, l’accusa e il rimprovero, come se li facesse da sé. Beato il servo che, rimproverato, di buon animo accetta, si sottomette con modestia, umilmente confessa e volentieri ripara.
Beato il servo che non è veloce a scusarsi e umilmente sopporta la vergogna e la riprensione per un peccato, ebbene non abbia commesso colpa.
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