Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

venerdì 16 luglio 2010

FEDE O CARITA'

Ci sono due modi di intendere la fede che vanno entrambi superati, o meglio, fusi in unità. C'è chi ha conservato la fede in Cristo, nella sua divinità, nella sua azione salvifica, nei dogmi unanimemente riconosciuti da tutta la Chiesa, ma ha perso la carità nelle sue varie declinazioni a cominciare dal semplice sorriso da rivolgere al prossimo, la carità che prima di tutto è amore per l’uomo; c'è invece chi ha conservato la carità (o meglio la filantropia) e si adopera attivamente per gli altri, ha però perso la fede con tutto il suo patrimonio che ha una guida saggia nel magistero, la fede che sola aiuta a discernere cos’è vera carità, cos’è amore, cos’è che fa crescere l’uomo fino alla pienezza dell’incontro col suo Salvatore. Tutti però hanno perso la speranza. La speranza di costruire un mondo nuovo, un mondo veramente umano, perché è nel riconoscere la sua figliolanza da Dio, nel suo essere creato a immagine e somiglianza di Lui, e perciò nel vedere nel volto di ogni uomo il volto di Dio che si costituisce l’umanità. E persa la speranza si è persa l’allegria: dov’è la gioia dell’essere cristiano? Dell’incontrarsi tutti? Del riconoscersi fratelli? Dov’è quel volto solare e gioioso che rifletteva lo Spirito Santo di chi andava incontro al martirio e che faceva tremare i polsi degli aguzzini?
Tanti di coloro che, almeno a parole, continuano a dirsi fedeli alla Chiesa e “buoni cristiani” spesso guardano i loro fratelli peccatori in cagnesco sperando più in punizioni terrene (o ultraterrene) che nella loro conversione, che anzi ostacolano mostrando un cristianesimo che cristianesimo non è, una “fede” che vuole vendetta in cui davvero tutti i vari imperativi morali, i peccati, sono gravami, sono catene, sono sofferenza insensata, sono prigione e non invece tanti piccoli mattoni per costruire una via che porti all’incontro della vera libertà.
Dall’altro lato invece spesso una carità senza amore fa sparire la fede, la gioia dell’annuncio, un annuncio che va gridato, ma non gridato come imposizione perché tutti lo devono forzatamente sentire, ma gridato perché è troppo bello, come si grida di gioia dopo un esame da 30 e lode all’università, dopo un goal della tua squadra del cuore, dopo che ti nasce un figlio, nascondendolo agli occhi e alle orecchie perché si dice non si vuole imporre agli altri la propria fede, ma se non è nel nome di Cristo, che riempie la vita prima della pancia in nome di cos’è questa carità? Se dai un tozzo di pane, ma non mostri la via della gioia, che senso ha mangiare quel tozzo di pane che ti consente solo di continuare una vita triste e vuota? Meglio abbandonarsi al nulla! Meglio morire! Dicono che vogliono essere come il lievito che fa fermentare la pasta, ma sappiamo bene da cos’è composto il lievito, il lievito è vita, se il lievito è morto la pasta non potrà mai fermentare! Se Cristo in quei cuori è morto, cosa vorranno mai trasmettere?
Ecco perché oggi tra i cristiani c’è chi si ostina a conservare vecchie strutture che sono superate, perché non più adeguate, che chiedono leggi per imporre il ritorno ai regni, o vietare a tutti di esprimere le proprie idee, fossero anche sbagliate. C’è anche chi invece crede, che il cristianesimo si salva aiutando materialmente gli altri.
Una nuova generazione di cristiani deve venire, una generazione in cui di nuovo vivono assieme Fede, Speranza e Carità, una generazione che vede nella guida del Vangelo e del Magistero, nella guida del Papa l’indicazione della via da seguire, nella gioia dell’annuncio, un annuncio che per essere ripetuto deve essere però prima compreso e non c’è magistero che tenga per fare questo! Ci vuole il proprio sforzo, il nostro sforzo, lo studio, il ragionamento, la preghiera. Cominciamo da quest’ultimo punto, preghiamo e preghiamo studiando, preghiamo lavorando, preghiamo divertendoci! La vita tutta deve essere preghiera altrimenti l’Ave Maria e il Padre Nostro, anche loro sì, diventano solo formule vuote.

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