Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

venerdì 17 settembre 2010

Stimmate di San Francesco

C’è una malattia mortale dell’animo umano chiamata conformismo. Tale termine deriva da conformarecum con e forma fattezza, figura- e indica una tendenza ad adeguarsi e a fare proprie opinioni, usi e comportamenti definiti da altri e socialmente prevalenti. Conformista è colui che, ignorando o sacrificando la propria individualità, si adegua e si adatta al comportamento della maggioranza.
Ebbene ognuno di noi battezzati è chiamato a fare una scelta: possiamo diventare dei conformisti, adeguandoci al modo comune di pensare e di agire – se faremo così non disturberemo nessuno e ci lasceranno in pace -, oppure scegliere di conformarci a Cristo Gesù.
In questo sta l’essenziale della festa di oggi. Non dobbiamo tanto fermare lo sguardo sui segni fisici della passione, dei quali Francesco è stato insignito, ma dobbiamo guardare cosa essi significano. Infatti le stimmate probabilmente non sono fatte per noi, ma ciò che le ha prodotte sì.
Il punto essenziale è questo: Francesco è un alter Christus, un uomo che ha cercato appassionatamente Cristo e che ha fatto di tutto per lasciare spazio a Lui. Francesco ci ha insegnato cosa significa conformarsi a Cristo: diventare simile a Lui, diventare in qualche modo Sua trasparenza. Le stimmate sono la conferma divina che Francesco è il cristiano realizzato; esse sono come la pennellata finale su un capolavoro di pittura.
La conformazione però è possibile solo se è accompagnata dalla conversione, cioè dalla disponibilità a lasciarsi plasmare, a “mettersi da parte” per lasciare spazio a Cristo.
San Paolo definisce bene la conformazione quando afferma "non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me".
La meta è indubbiamente alta - - ci sentiamo profondamente inadeguati -, ma nonostante questo, tutti siamo chiamati a percorre la via che porta a essa.

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