Questo testo è una traduzione personale da un originale in francese dell'archimandrita ortodosso Seraphim Alexiev. Merita di essere letto con attenzione. Per la lunghezza del testo dovrò necessariamente pubblicarlo in più puntate. Ho saltato alcune parti che non condivido pienamente o non particolarmente comprensibili per noi e semplificato altre.
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Tutti i cristiani, senza eccezione devono pentirsi se desiderano essere salvati. Ma come deve svolgersi una confessione veramente sincera? Molti non lo sanno. Ecco perché è necessario discutere approfonditamente la questione. Esaminiamo qui tre parti del sacramento della Riconciliazione o Penitenza:
- che fare prima della Riconciliazione?
- che fare quando siamo con il confessore?
- che fare quando lasciamo il confessore?
CHE FARE PRIMA DELLA RICONCILIAZIONE?
Il primo e gli ultimi Apostoli di Cristo hanno peccato gravemente. Pietro ha rinnegato il Cristo, Giuda l'ha tradito. Ma Pietro è stato perdonato e Giuda è morto. Pietro ha ritrovato la dignità apostolica mentre la condanna del tempo pesa ancora su Giuda.
Cosa ha salvato Pietro e cosa ha distrutto Giuda? Cosa avrebbe dovuto fare quest'ultimo COnfessare ilsuo peccoto dopo averlo commesso? Tecnicamente parlando, s'è confessato al momento in cui s'è recato dai sacerdoti dicendo loro: "Ho peccato consegnandovi un innocente". Giuda tra l'altro ha getato loro le monete d'argento nel tempio. Non è sufficente? Evidentemente no! Una confessione dei peccati non salva. Un cuore ferito e umilato deve essere riempito da una fede vivente nella grazia di Dio. Giuda non ha sperato nella sua salvezza, ecco perché s'è impiccato dopo la sua confessione. ...
Pietro non ha agito nello stesso modo. Nella corte della casa di Caifa, ha rinnegato tre volte il Cristo, suo Maestro e Benefattore: "Non conosco quest'uomo". Tuttavia al terzo rinengamento, quando ha sentito il gallo cantare, s'è ricordato la profezia del Signore, ha preso coscienza del suo peccato e ha umiliato il suo cuore. E' uscito dal giardino, ha lasciato la compagnia dei servitori del Sommo Sacerdote e, ciò che è più importante, ha versato abbondanti lacrime di un sincero, autentico, profondo pentimento. Secondo la Tradizione, durante tutta la sua vita, ogni volta che sentiva cantare un gallo, Pietro si ricordava della gravità del suo peccato e i suoi occhi piangevano come una fontana abbondante. Pietro non ha disperato, ha creduto nella misericordia divina ed è stato salvato.
Pietro ci dà una lezione di vita: volgersi nuovamente a Dio dopo aver soccombuto al peccato. E' la fede nella misericordia divine che ha scartato la disperazione. Dio è amore. Per quanto sia grave il nostro peccato, lo perdona se noi ci pentiamo di tutto cuore. Anche se i nostri peccati raggiungessero le cime delle montagne, sarebbero inghiottiti nell'oceano della misericordia divina. Tuttavia se l'uomo dispera, rischia di essere perduto. La diperazione è opera e trionfo del diavolo nel cuore dell'uomo.
Imitiamo il santo apostolo Pietro sotto un altro aspetto. Quando ha preso coscienza del suo peccato , a lasciato immediatamente la corte dannata del Sommo Sacerdote dove aveva rinnegato il Cristo. E tu, fratello e sorella, si tu desideri confessarti e ritornare a Dio, lascia il luogo maledetto del peccato dove hai dimorato fino al presente e dove hai rinnegato il Cristo, non tre volte, ma trentatre volte. Escine con il tuo corpo, il tuo cuore e il tuo spirito. Pietro ha lasciato i servitori del Sommo Sacerdote. Anche tu stai attento nei confronti di chi ti insegna a peccare o che, senza l'intenzione deliberata, è per te stimolo alla tentazione.
La morale più importante nel comportamento di Pietro pentito è la seguente. Quando Pietro s'è trovato solo, è rientrato in sé. Ha rivissuto l'orrore del suo peccato e ha pianto amaramente, soffrendo. Quando tu vai a confessarti, non accostarti al sacerdote senza esserti adeguatamente preparato. ...
"Piangere sui peccati commessi", prova un pentimento sincero, è assolutamente necessario per essere perdonati da Dio. In effetti il pentimento consiste proprio nel provare un profondo dispiacere a causa della caduta. Come sant'Isacco il Siriaco testimonia, Dio accetta il dolore del nostro pentimento come una offerta.
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