Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

giovedì 22 settembre 2011

Intervista a Benedetto XVI in volo verso la Germania

Santo padre negli ultimi anni vi è stato in Germania un aumento delle uscite dalla Chiesa in parte a causa degli abusi commessi sui minori dal clero, qual è il suo sentimento riguardo a questo fenomeno e che cosa direbbe a quelli che vogliono lasciare la chiesa?


Distinguiamo forse la motivazione specifica di quelli che si sentono scandalizzati
da questi crimini che sono stati rivelati negli ultimi tempi, posso capire che in vista di tali informazioni, soprattutto se sono vicini a persone proprie uno dice questo non è più la mia chiesa. La Chiesa era per me forza della umanizzazione , dalla moralizzazione, se rappresentanti della chiesa fanno il contrario non posso più vivere con questa Chiesa. Questa è una situazione specifica generalmente le motivazioni sono molteplici nel contesto della secolarizzazione della nostra società. Penso che di solito queste uscite sono l’ultimo passo in una lunga catena di allontanamento dalla chiesa. Mi sembra importante in questo contesto domandarsi “perché sono nella Chiesa”. Sono nella Chiesa come in una associazione sportiva, in una associazione culturale, dove ho i miei interessi e se non trovano più risposta esco o essere Chiesa è una cosa più profonda? Io direi sarebbe più importante conoscere che essere Chiesa non è essere in qualche associazione ma essere nella rete del Signore, nella quale tira pesci buoni e cattivi, dalle acque della morte alla terra della vita. Può darsi che in questa rete sono proprio accanto a pesci cattivi e sento questo, ma rimane vero che non sono per questi o questi altri ma sono perché è la rete del Signore, ed è una cosa diversa da tutte le altre associazioni umane, una che tocca tutto il fondamento del mio essere. Io penso che parlando con queste persone dobbiamo andare fino al fondo di questa questione, “che cos’è la Chiesa”, “cos’è la diversità”, “perché sono nella Chiesa”? Anche se ci sono scandali, umanità terribili e così rinnovare la consapevolezza della specificità di questo essere chiesa, dal popolo, da tutti i popoli che è il popolo di Dio. Così imparare, sopportare anche scandali e lavorare contro questi scandali proprio essendo nell’interno di questa rete del signore.

Non è la prima volta che gruppi di persone si manifestano contrari alla sua venuta in  un paese. La relazione della Germania con Roma era tradizionalmente critica in parte anche nello stesso ambito cattolico. I temi controversi sono noti da tempo: condom, eucarestia, celibato. Prima del suo viaggio anche dei parlamentari hanno assunto posizioni critiche. Ma anche prima del suo viaggio in Gb l’atmosfera non sembrava amichevole e poi le cose sono andate a buon fine. Con quali sentimenti lei si reca ora nella sua antica patria e si rivolgerà ai tedeschi?
 
Direi prima di tutto è una cosa normale che in una società libera in un tempo secolarizzato ci sono posizioni contro la visita del Papa. E’ anche giusto che si esprimano, rispetto tutti quanti che esprimono questa loro contrarietà, fa parte della nostra libertà è dobbiamo prendere atto che il secolarismo e anche l’opposizione propria al cattolicesimo nelle nostre società è forte, e quando si rivela questa opposizione in modo civile niente da dire contro. Dall’altra parte è anche vero che c’è tanta aspettativa e tanto amore per il Papa, ma forse devo ancora dire in Germania ci sono diverse dimensioni di questa opposizione la vecchia opposizione della cultura germanica e romanica, i contrasti della storia, poi siamo il paese della Riforma che ha accentuato ancora questi contrasti. Ma c’è anche una grande consenso alla fede cattolica, una crescente convinzione che abbiamo bisogno di convinzioni, abbiamo bisogno di una forza morale nel nostro tempo, abbiamo bisogno di una presenza di Dio nel nostro tempo. Così so che con l’opposizione che trovo naturale e da aspettarsi c’è tanta gente che mi aspetta con gioia, che aspetta una festa della fede, un essere insieme, e vuole aspettare la gioia di conoscere Dio, di vivere insieme nella cultura che Dio ci tiene in mano e ci mostra la strada. Perciò vado con gioia nella mia Germania e sono felice di portare il messaggio di Cristo nella mia terra.

Santo padre lei visiterà ad Erfurt l’antico con vento del riformatore Martin Luther. I cristiani evangelici e i cristiani con loro si stanno preparando a festeggiare il quinto centenario della riforma. Con quale messaggio di prepara all’incontro? Il suo viaggio deve essere visto come un  gesto fraterno verso i fratelli e sorelle separati da Roma?
 
Quando ho accettato l’invito a questo viaggio era per me evidente che l’ecumenismo con i nostri amici evangelici deve essere un punto forte, un punto centrale di questo viaggio. Noi viviamo in un tempo di secolarismo come ho già detto dove i cristiani insieme hanno la missione di rendere presente il messaggio di Dio, il messaggio di Cristo, di far possibile credere, andare avanti con queste grandi idee, verità e perciò l’essere insieme tra cattolici ed evangelici è un elemento fondamentale per il nostro tempo. Anche se istituzionalmente non siamo uniti, anche se rimangono problemi, anche grandi problemi nel fondamento della fede…. in Cristo, in Dio trinitario, nell’uomo come immagine di Dio siamo uniti in questo mostrare al mondo e approfondire questa unità è essenziale in questo momento storico. Perciò sono molto grato ai nostri amici, fratelli e sorelle protestanti che hanno reso possibile con segno molto significativo l’incontro nel monastero dove Lutero ha iniziato il suo cammino teologico: la preghiera nella chiesa dove è stato ordinato sacerdote, parlare insieme sulla nostra responsabilità di cristiani in questo tempo. Sono molto felice di poter mostrare così questa unità fondamentale che siamo fratelli e sorelle e lavoriamo insieme per il bene dell’umanità annunciando il lieto messaggio di Cristo, il Dio che ha un volto umano e che parla con noi.

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