Diventare cattolici non significa smettere di pensare, ma imparare a farlo”.
Gilbert K. Chesterton

mercoledì 27 giugno 2012

Un anonimo mi scrive

Se non pubblicate i commenti di tutti non siete veramente liberi ... 

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Gent.mo Anonimo,
premesso che sono stato via dal convento per alcuni giorni, ritengo di avere il diritto di pubblicare o meno ciò che ricevo. In ogni caso eccovi il commento a un vecchio post:

 "Mi dispiace, non vorrei essere presuntuosa, ma non credo proprio che le parole di Gesù significhino quello che credete voi.
D'accordo con skandalon = inciampo e su "piccoli", intesi non come bambini, ma come fragili, deboli.
"Chiunque inciamperà su questi fragili ( deboli) che credono in me..."
Qui ogni parola è un capitolo ( anche sul significato di credenti in Gesù ce ne sarebbe uno): chi saranno questi deboli credenti in Me???"


Non capisco da dove derivi la traduzione "chiunque inciamperà su questi fragili ...", ma a parte questo sono d'accordo che la Parola di Dio non si esaurisce in un commento di poche righe. Del resto l'omelia durante l'Eucaristia non può occupare uno spazio eccessivo.

2 commenti:

  1. Secondo me non pubblicare un commento non è necessariamente segno di non libertà, certe volte è bene farlo per evitare polemiche inutili o per non mancare di rispetto a chi è credente. Sbaglio? Gabri

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  2. La censura è una cosa, il rispetto per un blog di alto livello e di un tenore e livello decoroso significa anche non pubblicare. Però, leggendo quel commento non ho capito niente.

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